Farà sicuramente discutere la recente sentenza della Corte d'Appello di Milano, che ha ribadito l'orientamento espresso in primo grado dal Tribunale di Vigevano, che aveva portato alla condanna del Ministero della Salute - e al conseguente risarcimento - nei confronti di una donna, ormai 42enne che, vaccinata alla tenera età di 6 mesi, aveva poi contratto una grave forma di encefalopatia con connesse crisi epilettiche. Le era stato somministrato il vaccino quadrivalente.

Il caso dietro la storica sentenza

La donna, nata nel 1975 a Pavia, come ricostruito dal suo legale, avvocato Giuseppe Romeo, poco tempo dopo la somministrazione del vaccino quadrivalente cominciò a soffrire di gravi crisi epilettiche, che si sono aggiunte alle altre disabilità di cui ad oggi è portatrice, e per le quali percepisce anche delle indennità.

Dal punto di vista sanitario, il nesso causale tra il vaccino e l'insorgenza della grave forma di encefalopatia è stato stabilito solo nel 2009. Di conseguenza, il padre, legittimo amministratore di sostegno della donna, ha deciso di adire le vie legali nei confronti del Ministero della Salute.

In primo grado, il Tribunale di Vigevano ha disposto una Consulenza Tecnica d'Ufficio per stabilire se alla ricorrente potesse essere riconosciuto o meno il diritto all'indennizzo, introdotto nel nostro ordinamento nel 2013. Il CTU, nella sua relazione, ha scritto che la vaccinazione è da considerare come l'ipotesi più probabile che ha portato, l'allora neonata, a sviluppare una grave forma di encefalopatia con crisi epilettiche, che da adulta sono diventate ricorrenti e quotidiane.

I giudici, di conseguenza, hanno condannato il Ministero della Salute a versare circa 155mila euro alla 42enne. La sentenza non è stata impugnata entro il termine ultimo del 10 maggio scorso, ed è quindi divenuta definitiva.

Alla sentenza ha fatto riferimento anche il Codacons. L'associazione dei consumatori, che in queste settimane sta contestando vivacemente il recente decreto del governo sull'obbligatorietà vaccinale, in un comunicato ufficiale fa notare come sia i giudici che i periti interpellati abbiano accertato, oltre ogni più ragionevole dubbio, come il vaccino abbia causato la malattia nella neonata.

Rincarando la dose, torna a contestare le affermazioni dell'Aifa sulle reazioni avverse alle vaccinazioni che, a suo dire, anche alla luce di questa storica sentenza non sarebbero del tutto esaustive. Inoltre annuncia l'intenzione di presentare alla magistratura un nuovo esposto - sempre contro l'Aifa - in quanto dalla banca dati europea risulterebbero circa 8.400 casi di sospette reazioni avverse solo tra il 2012 e il 2017.