In tema di dieta, trattandosi di un argomento che divide spesso gli esperti in materia, si sprecano fiumi di inchiostro. In particolare il congresso europeo di Cardiologia, che si tiene in questi giorni a Barcellona, sta riservando non poche sorprese, soprattutto per quanto riguarda certi alimenti. Lo studio Pure (Prospective Urban Rule Epidemiology) in buona sostanza riabilita i grassi, spesso demonizzati, a scapito dei carboidrati. Ma andiamo a considerare più nello specifico questa ricerca condotta dall'Università di Hamilton in Ontario, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Lancet.

Dieta per il cuore: grassi promossi, carboidrati bocciati

I ricercatori hanno preso in esame oltre 154mila persone, di età compresa tra i i 35 e i 70 anni, provenienti da 18 paesi a basso, medio e alto reddito, le cui condizioni di salute sono state monitorate per 10 anni, dal 2003 al 2013. Dallo studio è emerso che l'assunzione di grassi non sarebbe affatto nociva per la salute cardiovascolare, mentre a sorpresa sarebbero i carboidrati ad aumentare il rischio di morte prematura. I ricercatori hanno preso in esame le abitudini alimentari dei partecipanti mediante dei questionari, quindi i volontari sulla base della dieta seguita sono stati suddivisi in classi, tenendo conto dell'apporto calorico proveniente da carboidrati, grassi o proteine.

I dati sono stati poi confrontati con quelli relativi alla mortalità cardiovascolare.

Per i ricercatori limitare l'apporto di grassi nella dieta non comporterebbe un reale beneficio per la salute cardiovascolare. In realtà, sempre stando ai risultati di questo studio, i vantaggi si potrebbero ottenere con una limitazione del 60% dei glucidi, ovvero dei carboidrati e da un aumento del 35% della quota dei grassi.

In caso contrario si aumenterebbe invece il rischio di mortalità cardiovascolare. La presenza di grassi nella dieta invece ridurrebbe del 23% il rischio di mortalità totale e del 30% il rischio di mortalità non per cause cardiovascolari. Insomma alla luce dei dati emersi, la ricerca indica che bisognerebbe rivedere le linee guida nutrizionali.

Mortalità cardiovascolare in Italia

Nel nostro paese le malattie cardiovascolari sono responsabili del 44% di tutti i decessi. La cardiopatia ischemica, in particolare, è la prima causa di morte in Italia. Inoltre, chi supera un attacco cardiaco diventa un malato cronico, pertanto la malattia influisce sulla qualità della vita e comporta anche dei costi notevoli in termini sanitari.