I sapori che riesce a percepire il nostro senso del gusto sono sei, anzi sette. Da oggi infatti ai già noti gusti dolce, salato, amaro, aspro, grasso, umami e glutammato, potrà aggiungersi il gusto "carboidrati". Si avete capito bene, i carboidrati (pane, pasta e company) meritano un "gusto" tutto loro che peraltro sarebbe responsabile in qualche modo dell'aumento del girovita. La scoperta dell'australiana Deakin University ci discolperà in parte per la nostra incapacità di resistere al richiamo di pizza o carbonara? Il fascino di questa ricerca sta tutto lì e ci spiega ancora una volta come le differenze individuali, è il caso di dirlo i "gusti" personali, possano fare la differenza anche quando ci si accinge a salire sulla tanto odiata bilancia.
Il nuovo gusto carboidrati
Era ormai da tempo assodato il fatto che i recettori presenti nella nostra bocca fossero in grado di percepire la presenza degli zuccheri, più che altro collegata al generico gusto "dolce". La nuova ricerca australiana ha scoperto che il nostro senso del gusto riesce a percepire e a distinguere anche la presenza di due carboidrati in particolare, maltodestrina e oligofruttosio. Le persone particolarmente sensibili a questi carboidrati ne verrebbero fatalmente ed inconsapevolmente attratte. Ciò indirizzerebbe le loro scelte alimentari con risultati disastrosi sul peso forma. I ricercatori australiani hanno riportato sulla rivista Journal of Nutrition nell'articolo dal titolo “Carbohydrate Taste Sensitivity Is Associated with Starch Intake and Waist Circumference in Adults” i risultati del loro studio, ma vediamo di seguito i punti più salienti.
I più sensibili al gusto carboidrati hanno un girovita più ampio
Lo studio ha seguito 34 adulti trovando una correlazione tra la sensibilità al gusto "carboidrati", l'assunzione di carboidrati, la quantità di energia introdotta e le misure del loro girovita. "Coloro che erano più sensibili al gusto carboidrati tendevano a mangiare di più di questi alimenti e presentavano un girovita più ampio", ha riferito la Dott.ssa Julia Low, tra gli autori principali dello studio, in un'intervista che compare sul giornale australiano Baking Business.
Secondo la Dott.ssa Low questa ricerca è importante in quanto l'obesità è un problema dilagante ed è necessario comprendere come la dieta possa influenzare la salute. "Quello che potrebbe significare (questo studio) è che gli individui che sono più sensibili al gusto dei carboidrati dispongono anche di una qualche forma di acceleratore subconscio che aumenta il consumo di carboidrati o amidacei", ha dichiarato i Dott.
Russel Keast, scienziato alla guida di questo team di ricerca "Ma dobbiamo fare molte più ricerche per identificare il motivo per cui ciò avviene". La scoperta arriva due anni dopo che lo stesso gruppo di ricerca, sempre sotto la guida del Dott. Russell Keast, aveva già individuato il sesto gusto chiamato "grasso".