Quasi un'intera famiglia è stata sterminata dal tallio: è morto il padre e la maggiore delle 2 figlie. E' successo a Nova Milanese, in provincia di Milano, dove la famiglia risiedeva, ma l'avvelenamento ha avuto luogo nella casa di campagna della famiglia, a Verno, in provincia di Udine. Dopo pochi giorni dal rientro dalle vacanze tutto il nucleo familiare, composto dal padre 64enne Giovanni Battista Del Zotto, dalla madre e le due figlie, è stato ricoverato nell'ospedale di Desi a Monza per sintomi gravi di avvelenamento. L'uomo, ricoverato dopo le figlie, è deceduto oggi in poco tempo mentre una delle 2 figlie, Patrizia, di 62 anni, già in ospedale, è morta dopo 4 giorni di coma.

La moglie di Del Zotto, 90enne, è ancora ricoverata con la figlia minore di 58 anni, A presentarsi al pronto soccorso di Desio qualche giorno fa era stata proprio Patrizia insieme alla sorella, perché entrambe accusavano malesseri fin dal 24 settembre, ma inizialmente non avevano dato peso alla cosa. Al ricovero manifestavano seri sintomi da avvelenamento: la donna più anziana era allergica ai metalli, ed è purtroppo entrata in coma poco dopo il ricovero; inutili sono stati i tentativi dello staff medico di salvarle la vita. Sua sorella invece ha reagito bene alle cure e ora sta lentamente guarendo. Il padre oggi è arrivato all'ospedale in condizioni disperate, dal momento che l'uomo soffriva di altre patologie croniche, ed è' morto poco dopo l'arrivo in pronto soccorso.

Sua moglie, risultata positiva al tallio e già sofferente anche lei per patologie pregresse, è in condizioni serie ed è tenuta sotto osssevazione.

Dov'era il veleno?

Sono partite le indagini dei carabinieri di Desio, in provincia di Monza, con la collaborazione di tecnici della Asl. Si cerca di localizzare il metallo pesante e di capire come possa essere arrivato in contatto con la famiglia.

I militari stanno esaminando un pozzo artesiano nel terreno dell'abitazione di campagna, per eliminare la possibilità dell'avvelenamento dell'acqua. Un'altra ipotesi avanzata dagli investigatori è che il tallio provenga da escrementi di piccione, le cui esalazioni avrebbero raggiunto i quattro avvelenati. Il fienile della proprietà infatti è infestato dai piccioni ed il tallio può essere letale anche per inalazione, oltre che per ingestione.

La sua incubazione dura 20/30 giorni prima che i sintomi dell'avvelenamento si manifestino. Infine saranno esaminati anche alimenti conservati e bibite presenti in casa per escludere un'intossicazione da alimentari contaminati.

La pericolosità del tallio

Il tallio raramente agisce come veleno, perlomeno in Italia, ma la sua tossicità è altissima. Una volta penetrato nell'organismo è difficile eliminarlo e in passato veniva usato spesso come topicida, prima che l'Ue ne vietasse l'uso. Qualche volta è stato utilizzato per atti criminosi e spesso è stato ingerito in modo accidentale. Bisogna sapere infatti che la manipolazione di alcuni prodotti elettronici ed elettrici, non controllati o acquistati on line, può metterci a contatto con il pericoloso metallo.

L'avvelenamento da tallio è difficile sia da diagnosticare sia da trattare; esistono dei farmaci che lo estraggono dall'organismo, ma, essendo una molecola piccolissima, riesce a penetrare nei tessuti ed a diffondersi molto velocemente. I trattamenti medici sono invece molto lenti per cui l'organismo deve resistere per diversi mesi per poter tornare alla normalità. Il tallio agisce sul sistema nervoso, oltre a causare problemi cardiaci. I sintomi immediati sono gastrointestinali, con nausea, vomito e diarrea, e la dose letale è soggettiva. viene assorbito dallo stomaco e danneggia in breve tempo reni, pancrea, cuore e polmoni.