La stagione influenzale, iniziata nel settembre 2017 è giunta ormai ad una fase discendente, con una lenta ma inesorabile diminuzione del numero di contagiati. Tuttavia il nuovo bollettino di flunews, del 15 febbraio, che prende in considerazione la settimana dal 5 all'11 Febbraio, mostra un quadro ancora critico. Dall'inizio dell'epidemia tra le 112 persone morte a causa del virus influenzale, si contano ben 11 bambini di età inferiore ai 14 anni (tutti comunque soggetti a rischio) e due donne in stato di gravidanza. I casi registrati più gravi, che hanno richiesto la necessità del ricovero in terapia intensiva, sono stati 588.

Rapporto FluNews 6/2018

Secondo il rapporto di FluNews 6/2018, nella sesta settimana dell'anno 2018 sono stati segnalati 12 casi gravi e 1 decesso. Naturalmente i dati che, lo ricordiamo, provengono dai differenti sistemi di sorveglianza per l'’influenza e vengono curati dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), sono in continuo divenire e purtroppo dovremo ancora aspettarci nuovi decessi e situazioni di alta criticità, registrati da Nord a Sud del Paese.

Influenza: i ceppi virali più diffusi

Anche durante la sesta settimana del 2018 rimangono dominanti i ceppi di tipo B, per lo più appartenenti al lineaggio B/Yamagata, che sono contenuti solo nel vaccino quadrivalente. Dall’inizio della stagione di sorveglianza virologica, i virus di tipo B hanno rappresentato circa il 65% dei contagiati, mentre per i virus A (35%) continuano a prevalere i ceppi A/H1N1pdm09 (88%).

Molti decessi per influenza potevano essere evitati con la vaccinazione

Praticamente tutti i casi mortali, secondo l'Iss, potevano essere evitati grazie alla vaccinazione, questo perché sebbene il vaccino non sempre riesca ad evitare l'influenza, ne può prevenire le forme più gravi. Rispetto all'anno scorso il tasso di mortalità tra gli over 65 è diminuito, mentre è aumentato quello dei bambini.

Come anche precisato dagli esperti, tuttavia, si tratta pur sempre di numeri sottostimati. Non tutti i casi d'influenza vengono confermati da dati di laboratorio e spesso ad uccidere non è l'influenza direttamente, ma la polmonite virale che può insorgere quale possibile complicanza dell'influenza stessa. Quando infatti il virus influenzale giunge ai polmoni può risultare letale, specie nelle persone che presentano patologie pregresse, come scompensi cardiaci o malattie respiratorie croniche.

Un organismo già fragile, esposto all'azione debilitante del virus influenzale, sarà inoltre più facilmente esposto alle infezioni batteriche quale quella da pneumococco che da la 'classica' polmonite.