Alla terza settimana di questo gennaio 2018 l'influenza continua a costringere a letto centinaia di migliaia di italiani. Si contano infatti 794.000 nuovi contagi che si sommano ai quasi 4 milioni (4.728.000 casi totali) finora rilevati dall'Istituto Superiore di Sanità. Il nuovo bollettino Influnet parla di incidenza ancora ad "Alta intensità" con circa 13,1 casi per mille di assistiti, ma per la prima volta, dall'inizio dell'epidemia, comincia ad essere lievemente inferiore rispetto a quella della settimana precedente (14,5 casi per mille di assistiti).

Raggiunto il picco massimo, comincia la fase discendente

Da questo momento in poi dunque assisteremo ad una diminuzione progressiva dei casi di influenza in Italia. Tuttavia il peggio non è ancora passato. Quella di quest'anno è stata e continuerà ad essere, ancora per alcune settimane, una delle epidemie più violente degli ultimi decenni, peggiore di quella della stagione 2009-2010, paragonabile solo a quella più recente del 2004-2005. Come anche confermato dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, la diffusione dell'influenza dell'anno corrente ha superato di gran lunga le attese. Dunque non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia.

Le principali vittime dell'influenza

I più colpiti dall’epidemia sono stati i bimbi più piccoli, di età inferiore ai 5 anni (40,3 casi per mille assistiti), cui seguono i bambini e i ragazzi tra i 5 e 14 anni (21,9 casi per mille di assistiti), complici, secondo anche quanto riportato nel rapporto di Influnet, la riapertura di asili e scuole, dopo le festività natalizie.

In diminuzione, invece, il numero di casi tra i giovani adulti con un'incidenza pari all'11,1 e negli anziani con 5,8 casi per mille assistiti. Le morti correlate al virus finora registrate (30), riguardano persone appartenenti a tutte le fasce d’età, che non necessariamente presentavano patologie pregresse, ma che sono decedute a causa di complicanze causate dal virus influenzale, come la polmonite batterica.

L'influenza stagionale è un pericolo reale da non prendere sottogamba. Durante la prima settimana di influenza aumenterebbe di circa sei volte il rischio di avere un infarto, specie tra gli over 65. A rivelarlo è un recente studio dell’Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto, pubblicato su New England Journal of Medicine. Come da più parti sottolineato, è pertanto caldamente raccomandata la vaccinazione antinfluenzale tra i malati cronici, cardiopatici e tutti i soggetti a rischio riportati nell'elenco stilato dal Ministero della Salute, per i quali è peraltro prevista la somministrazione gratuita.