Ci siamo spesso imbattuti in avvertimenti riguardanti l'uso dell'alluminio in cucina, sia quello che costituisce le vaschette da freezer e da forno, sia al pentolame forgiato dello stesso metallo. Ma l'alluminio spesso viene a contatto con il fuoco, se è il costituente di pentolame vario e per la preparazione di alcune conserve, come quelle di pomodoro, viene utilizzato per le lattine in cui si riversa il passato pronto. Gli esperti di sicurezza dei materiali destinati al packaging ci informano che l'alluminio presente sugli scaffali dei supermercati, ovvero quello in cui sono venduti gli alimenti, spesso in forma di lattina, rispetta la normativa in merito, ovvero ha subito un particolare trattamento.
Se trattato, l'alluminio si rivela ottimo per la sua velocità nel condurre il calore per cui rende la cottura uniforme. Inoltre è molto leggero e resiste alla ruggine, ma deve subire un processo detto anodizzazione prima di essere utilizzato per padelle, pirofile e pentole. Tutti questi oggetti in alluminio devono essere dotati un rivestimento in superficie con altri metalli più resistenti, come l'acciaio o devono essere anodizzate.
L'anodizzazione
E' un procedimento che rinforza l'alluminio tramite l'elelettrolisi e che impedisce che particelle di metallo possano distaccarsi, rendendolo come "sigillato". L'ossidazione anodica non è un processo spontaneo, dal momento che l'alluminio non forma ruggine, ma dev'essere indotto con un'opportuna reazione chimica.
In questo modo si deposita sulla superficie uno strato protettivo di ossido che protegge l'alluminio dalla corrosione. Oltre ad aumentarne la resistenza, il processo chimico aumenta anche la durezza della superficie rendendola più difficile da scalfire e quindi più sicura, fornendo un isolamento termico e migliorando altre caratteristiche tra cui il fattore estetico.
Il rischio da esposizione alimentare
L’alluminio è potenzialmente pericoloso per la salute umana ed è già presente naturalmente in molti alimenti. Inoltre viene ripetutamente introdotto nell'organismo mediante additivi degli alimenti, cosmetici e farmaci. L'’Efsa ha stimato la dose tollerabile che risulta essere pari a 1 mg/kg di peso corporeo a settimana, dose che si abbassa di molto se ci si riferisce ai bambini.
Ma l'esposizione è cumulativa e bisogna fare attenzione a tutti i possibili veicoli di inserimento del metallo nell'organismo. Il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare ha disposto alcune regole per evitare il rischio di esposizione dovuto all'alluminio contenuto in imballaggi e contenitori per alimenti.
Bisogna evitare il contatto diretto di cibi acidi o salati con i fogli di alluminio e sarebbe meglio non conservare a lungo i cibi cotti nei contenitori in alluminio, facendo molta attenzione se i cibi sono destinati ad anziani o bambini. Quindi semaforo verde solo per i contenitori destinati alla refrigerazione e per cibi non fortemente salati o acidi.