Rende bene l’idea l’espressione inglese “fall in love”, così come il francese “tomber amoureux”, letteralmente “cadere” (nella trappola, potremmo aggiungere) dell’amore. Un po’ come quando “cadiamo malati”, insomma. Con la differenza che, in questo caso, non vorremmo mai guarire. Sì, perché, oltre alle farfalle nello stomaco, quando siamo innamorati, il nostro corpo subisce delle vere e proprie trasformazioni, che ci trasmette attraverso dei segnali precisi.
Come quando si beve un bicchierino in più
I responsabili di questa 'malattia', oltre all’ossitocina, ovvero l’ormone dell’amore, sono la dopamina e l’adrenalina, neurotrasmettitori che ci fanno sentire appagati ed euforici, creando una condizione di dipendenza dal partner, simile a quella che proveremmo per una droga.
La conseguenza è inevitabile: all'inizio di una relazione soprattutto le donne non riescono a fare a meno del contatto fisico con la dolce metà, come afferma una rivista canadese specializzata. Più ci sentiamo appagati, più ne siamo dipendenti. E non si tratta solo di dipendenza fisica, ma avvertiamo un bisogno irrinunciabile di osservare i tratti del suo viso, anche solo attraverso una foto salvata sul display del cellulare. L’ossitocina, da parte sua, agisce più o meno come un bicchiere di vino: abbassa il livello di guardia, rendendoci disinibiti e coraggiosi, capaci di affrontare qualsiasi calamità, quasi fossimo dei supereroi. Anche sudore, tremori, guance arrossate e perfino insonnia fanno parte del pacchetto di effetti collaterali.
Sono dovuti ad un’accelerazione dei parametri vitali indotti dall’adrenalina e dalla norepinefrina.
Occhi, specchio dell’anima
“L’amore è negli occhi di chi guarda” non è solo un motto, ma un’affermazione che nasconde un fondamento scientifico. Come dimostra uno studio della “Stony Brook University” di New York, l’attrazione provoca una stimolazione del sistema simpatico da parte della dopamina, che determina il dilatamento delle pupille, favorendo a sua volta l’empatia e l’attrazione reciproca.
Lo sapevano bene, pur senza conoscenze scientifiche, le donne nel periodo del Rinascimento, che adoperavano piante stimolanti (da qui il nome “belladonna”) per indurre la dilatazione delle pupille e rendere lo sguardo ammaliante. Se si desidera verificare, basta prendere due foto della stessa donna e ingrandirne con un qualsiasi programma le pupille su una soltanto.
Adesso ci si può chiedere quale delle due si preferisce
Anche l’ormone dello stress, il cortisolo, ha un suo ruolo in tutto questo. La sua azione si traduce in perdita dell’appetito e sintomi influenzali. Ci rende inoltre irritabili e sofferenti quando ci allontaniamo dall’oggetto del nostro desiderio, aumentando il livello di ansia. Altra conseguenza dell’innamoramento è un cambiamento del tono di voce, che diventa più acuta. Secondo uno studio pubblicato nel 2011 sul “Journal of Evolutionary Psychology”, questa sarebbe una prerogativa prettamente femminile e potrebbe essere funzionale a rendere il richiamo più sensuale e suadente.
Tra i risvolti positivi rientrano l’incremento della creatività, che sembrerebbe beneficiare degli effetti dell’essere innamorati, poiché ciò migliorerebbe la visione della vita; la diminuzione del dolore cronico, dal momento che agirebbe sulle stesse aree di azione degli inibitori del dolore, stando almeno a quanto afferma uno studio condotto dalla "Stanford University School of Medicine", e, infine, la possibilità di essere più longevi e in buona salute, soprattutto dal punto di vista cardiaco.
Innamorarsi può spezzare il cuore
Se si pensava che fosse solo un modo di dire, ci si dovrà ricredere. D'amore si può morire o, per lo meno, si può rischiare la vita. Secondo uno studio dell’"American Heart Association", infatti, in seguito ad un evento traumatico come un divorzio, la perdita del partner o un tradimento, anche chi non ha mai sofferto di problemi cardiaci può andare incontro a cardiomiopatia da stress indotto, o sindrome del cuore infranto, accusando sintomi del tutto simili a quelli di un attacco cardiaco, ossia battito irregolare, fiato corto e dolori al petto. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un disturbo curabile, ma chi non volesse correre rischi potrebbe considerare l’eventualità di evitare di “cadere” innamorato.