Un studio appena pubblicato su J. Cosmet. Dermat. conferma la sicurezza e l’efficacia dell’anidride carbonica nella stimolazione del cuoio capelluto, nella gestione dell'alopecia areata (AA) e dell'alopecia androgenetica (AGA). L’uso di iniezione di CO2 per contrastare la calvizie è una pratica che, negli ultimi anni, si sta diffondendo. Quest’ultimo studio ha visto coinvolto 80 pazienti: 40 con AA e 40 con AGA, seguiti mensilmente per 3 mesi. In entrambi i gruppi, sottoposti a carbossiterapia, è stato osservato un miglioramento, statisticamente significativo, nella valutazione clinica, rispetto ai gruppi placebo.

L’ossigenazione del bulbo pelifero si contrasta migliorando il microcircolo

In generale i capelli seguono un ciclo che passa attraverso quattro fasi: la nascita e prima fase di crescita (anagen), che dura 3-7 anni con una crescita di 1 cm al mese. Una seconda fase, di involuzione, dove il capello inizia a perdere la sua vitalità (catagen). Segue una terza fase (telogen), che dura 2-3 mesi e vede un capello ormai morto ma ancora collocato nel bulbo pilifero che, sotto lieve sollecitazione meccanica, facilmente cade. L’ultima fase è detta kenogen, ovvero un follicolo che ha perso il capello e che è pronto a far spuntare un nuovo capello.

Questa schematizzazione è sommaria. In realtà le varie fasi seguono tempi e modalità differenti in funzione dell’età, dei trattamenti farmacologici o cosmetici, dei problemi di Salute e quando si è in presenza di varie forme di alopecia.

In generale, indipendentemente dalla causa, un capello cade quando il bulbo pilifero ha una limitata nutrizione. I metodi che puntano a contrastare la caduta dei capelli cercano di migliorare la microcircolazione del sangue alla base dei bulbi piliferi.

Così, farmaci che normalmente vengono usati contro la calvizie, come il minoxidil, hanno un’attività vasodilatatoria.

Il minoxidil è molto diffuso sia per uso topico – lozione da massaggiare sul cuoio capelluto – che per via orale, e viene impiegato per contrastare l’alopecia androgenetica (AGA), specialmente quella maschile, ottenendo una riduzione della caduta e una ricrescita transitoria che si mantiene fino a quando permeane il trattamento farmacologico.

L’unico farmaco approvato dalla FDA contro l’alopecia androgenetica è il finasteride: anche questo è un antipertensivo che agisce bloccando l’attività della 5-alfa-reduttasi, un enzima che converte il testosterone nella sua forma molto più potente, il diidrotestosterone (DHT).

Lo studio egiziano

Una recente tecnica contro varie forme di alopecia, come l’areata (AA) e l’androgenetica (AGA), prevede l’uso di anidride carbonica (CO2) iniettata nel cuoio capelluto con delle microiniezioni. La CO2 crea una condizione di ipossia (poco ossigeno nel microcircolo alla base dei bulbi del capelli) e questo attiva un aumento della circolazione per compensare questa condizione. Ed è proprio questo stimolo che fa aumentare l’ossigenazione e i nutrienti ai bulbi con il risultato di dare nuova vitalità ai capelli.

Senza alcuna tossicità di rilievo.

Lo studio è stato condotto dal dipartimento di Dermatologia e Venereologia della Facoltà di Medicina, dell’Università Tanta (Egitto), su 80 pazienti. Metà di questi affetti da alopecia areata (AA – gruppo I) e metà da alopecia androgenetica (AGA – gruppo II). Entrambi suddivisi i due sottogruppi, metà trattati con carbossiterapia (IA e IIA) e metà trattati con placebo (IB e IIB). Tutti seguiti per tre mesi e monitorati clinicamente mediante valutazione SALT (Severity of Alopecia Tool) per il gruppo I, e scala Sinclair e scala di Norwood-Hamilton, per il gruppo II. Indici basati su indagini di dermoscopia e dermoscopia digitale.

I pazienti del gruppo IA, con alopecia areata, trattati con CO2, dopo tre mesi hanno mostrato un significativo miglioramento clinico, nel punteggio SALT, con una importante riduzione dei capelli distrofici ed un aumento dei capelli ricrescenti.

I pazienti del gruppo IIA, con alopecia androgenetica, trattati con CO2, dopo tre mesi hanno mostrato un significativo aumento della densità dei capelli. I risultati ottenuti erano significativamente migliori rispetto ai due gruppi (IB e IIB) trattati con placebo.

La carbossiterapia, tecnica diffusamente impiegata nel trattamento della cellulite, per migliorare la circolazione del sangue nei tessuti, con azione drenante del sistema linfatico ed effetto cosmetico sulla cute, si sta confermando essere anche una efficace opzione terapeutica per contrastare la perdita di capelli. Le microiniezioni sottocutanee, per il rilascio di anidride carbonica, vanno eseguite da personale medico esperto. Normalmente 1-2 iniezioni / settimana, per qualche mese.

La vasodilatazione conseguente stimola e rilascia dei fattori di crescita che portano ad un aumento del flusso ematico e quindi ad una maggiore quantità di ossigeno e maggiori nutrienti ai capelli. Con il risultato di avere follicoli più sani e capelli vitali, più forti e più lucenti.