Studi su topi dai laboratorio hanno reso possibile individuare un collegamento tra l’attività elettrica delle regioni cerebrali e la propensione alla Depressione. Le ricerche si sono avvalse dell'intelligenza artificiale, che ha mappato il monitoraggio elettrico e ha permesso di arrivare alle conclusioni dello studio. Con questa scoperta potrebbe essere più facile programmare dei test utili per prevedere se un individuo è vulnerabile alla depressione o ad altri disturbi psichici in modo da poterli prevenire prima che si manifestino. Il monitoraggio dell'attività elettrica delle aree cerebrali ha riguardato un'analisi di come si sviluppa "il dialogo" fra esse in una situazione di stress ed a studiarlo è stato un gruppo di ricercatori statunitensi della Duke University della Carolina del Nord.
Lo studio sui topi
La ricerca è stata diffusa sulla rivista "Cell", in cui sono stati illustrati i passaggi dei vari esperimenti che hanno condotto alla conclusione finale. Ora dai topi si passerà alla conferma sugli umani, che saranno sottoposti a situazioni stressanti per studiarne la risposta elettrica cerebrale. Ogni individuo è sottoposto a stress, che causa emozioni negative come tristezza o dolore, ansia o rabbia. Solitamente l'essere umano reagisce rapidamente superando lo stress e tornando ad uno stato di quiete, con un meccanismo che in psicologia si chiama resilienza allo stress. Qualcuno però ne è meno dotato e il suo stato d'animo può sfociare nell'ansia o nella depressione.
L'imaging cerebrale
Le tecniche di imaging cerebrale degli ultimi decenni hanno reso possibile visualizzare il legame tra i disturbi mentali ed alcune variazioni nell'attività elettrica delle zone del cervello interessate. I ricercatori hanno, quindi, creato una tecnica che riesce a monitorare l'attività elettrica per molte aree in contemporanea, in modo da mostrare i cambiamenti delle comunicazioni tra esse.
Hanno anche misurato nei topi l'attività cerebrale di sette regioni del cervello che sono coinvolte nella depressione, tra cui soprattutto la corteccia prefrontale, l'ippocampo e l'amigdala. Le cavie erano state tenute per dieci giorni in una gabbia con un topo di taglia maggiore ed aggressivo, in modo da arrivare all'esame in una situazione di stress.
Alcuni esemplari hanno mostrato sintomi simili a quelli umani della depressione, e cioè ansia, problemi di sonno ed evitamento sociale. Analizzando l'attività cerebrale, con l'intelligenza artificiale, si è dimostrato che il modello di attività cerebrale dei topi depressi era diversa da quella dei roditori più resilienti, sia dopo l'esperienza stressante, che, in misura minore, prima di essa.