La Gravidanza è un momento molto particolare nella vita di ogni donna. Il suo corpo è soggetto a moltissimi cambiamenti e ad un bombardamento di ormoni non indifferente. Quello che ancora non si sapeva è che la gravidanza è un momento particolarmente delicato anche per quanto riguarda il rischio melanoma, ossia di tumore della pelle. Vediamo insieme cosa dice la scienza e come comportarci al riguardo.

Studi sul melanoma in gravidanza

In base ad una ricerca effettuata da studiosi della Cleveland Clinic su 500 donne al di sotto dei 50 anni e pubblicato sulla rivista americana, Journal of the American Academy of Dermatology, in gravidanza i pericoli riguardanti i tumori della pelle aumentano.

In base allo studio citato, il rischio di morte si quintuplica, il rischio di sviluppare metastasi è nove volte superiore rispetto alla normalità, mentre il pericolo di avere delle recidive è di nove volte superiore. Gli autori della ricerca, ritengono che proprio i cambiamenti ormonali possano giocare un ruolo fondamentale. Da un altro recente studio, curato del professore Argenziano Giuseppe, responsabile della Skin Cancer Unit presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, emerge che una gestante con diagnosi di melanoma ha un rischio di decesso del 17% maggiore rispetto ad una donna non in gravidanza.

Il commento del dermatologo

Del rapporto melanoma gravidanza, ne parla su La Stampa la dermatologa Marta Brumana, specialista dell'Humanitas San Pio X, dove esercita attività di dermatologia ambulatoriale, laserterapia ed interventi chirurgici alla pelle.

La dottoressa spiega come i dati relativi a gravidanza e melanoma siano piuttosto recenti. L'argomento è da poco entrato alla ribalta nei congressi di dermatologia ed ancora non sono state date specifiche linee guida. In attesa di ciò, il consiglio della dottoressa è quello di fare un controllo dermatologico verso il secondo, terzo trimestre.

Nel caso in cui un melanoma viene individuato nella sua fase iniziale, è possibile asportarlo anche agendo in anestesia locale. L'intervento con il quale si asporta la lesione atipica della pelle, avviene in laboratorio e la procedura non ha controindicazioni particolari in caso di gestanti. Non è neppure necessario effettuare trattamenti a base di farmaci, dopo l'intervento.

L'asportazione è però necessaria al fine effettuare l'esame istologico attraverso cui confermare la diagnosi. La dottoressa Marta Brumana, in attesa di linee guida specifiche, consiglia di effettuare visite specialiste periodiche almeno una volta l'anno, di fare una mappatura dei nei e, in gravidanza, di farsi controllare da un bravo dermatologo verso la fine del secondo trimestre e l'inizio del terzo.