Era il 28 febbraio 1953, ci si trovava a Cambridge. Watson e Crick (con un ‘dietro le quinte’ del biologo Wilkins e della Franklin) capiscono la forma della Molecola delle molecole: il Dna, colui che ci distingue gli uni dagli altri, ha una struttura a doppia elica.
Oltre a questa, gli erano state attribuite altre sagome, quella a forcina, o a croce. Ma mai si era pensato ad un nodo a quattro filamenti come quello scoperto dal Garvan Institute for Medical Research di Sidney e descritto sulla Nature Chemistry.
La natura dinamica del Dna
I ricercatori australiani hanno capito la capacità di modificarsi del Dna in base al momento in cui il ciclo cellulare si trova.
Così, utilizzando particolari anticorpi creati appositamente per unirsi alla ‘neo’ struttura a quattro eliche, hanno non solo ricreato la forma in vitro e l’hanno individuata nel nucleo delle cellule dove il groviglio si è mostrato; ma hanno anche compreso, come testimonia il genetista Giuseppe Novelli di Roma, che questa manifestazione non è duratura, bensì temporanea.
Il Dna si legherebbe in questo particolare modo solo in dei precisi momenti, per poi rimodificarsi, tornare a questo modello e cambiare di nuovo. Sarebbe infatti questo il motivo, per cui solo ora si è arrivati a notare questo preciso profilo.
Cosa comporta la struttura a ‘nodi’, o a quattro eliche?
In un periodo di continue scoperte scientifiche e mediche (come l'upgrade ad organo dell'interstizio per esempio), dove si comprende che nella Scienza nulla è lasciato al caso, ma anzi tutto è concatenato, (ed è proprio grazie a questi legami e ad i lavori di tutti questi ricercatori e scienziati che il puzzle del corpo umano vede sempre più prossima una soluzione), sorge spontanea una domanda: perché esiste anche questa 'nuova' struttura?
Pure le sue funzioni ed i suoi scopi sono quindi ora sotto esame.
Sicuramente, spiega ancora Novelli, grazie a questa scoperta la decodificazione delle informazioni contenute nel Dna potrebbe rivelarsi molto più facile. O, finalmente, si potrebbe arrivare ad avere una visione più chiara e completa dell’organizzazione interna del nucleo cellulare.
L’opzione che le quattro eliche possano in qualche modo condizionarne la disposizione è molto probabile. L’importanza di queste considerazioni sta anche nel fatto che è proprio nel modo in cui il nucleo di una cellula è strutturato ad influire su malattie rare come la progeria, o su alcuni tipi di cancro.