Sembra fantascienza eppure è tutto vero. Un uomo si è risvegliato dopo che il suo cuore aveva smesso di battere per 18 ore. La storia è stata raccontata dal giornale locale francese “Le midi Libre”. Il fortunato sopravvissuto è un uomo di 53 anni.

Il caso

La storia risale al 12 marzo quando un uomo è stato ritrovato sulle rive del fiume Orb incosciente. Subito sono scattati i soccorsi anche se fin da subito la situazione è apparsa disperata. L’uomo infatti versava in un grave stato di ipotermia. All’arrivo dei paramedici la temperatura dell’uomo a stento raggiungeva i 22 gradi, una temperatura bassissima per un essere umano.

L’uomo è stato portato d’urgenza all’ospedale di Montpellier. I medici dell’ospedale sono subito apparsi poco fiduciosi nelle possibilità di recupero, date le gravi condizioni cui il paziente versava. L’uomo dopo le prime cure è stato attaccato alle macchine del reparto di rianimazione. È qui che è avvenuto il miracolo. Dopo 18 ore nel riparto di rianimazione il cuore dell’uomo ha iniziato a dare i primi deboli segnali di ripresa. Ha dare la notizia è stato Jonathan Charbit, primario del reparto di rianimazione dell'ospedale di Montpellier, che in conferenza stampa ha detto: «Si sta riprendendo. Può camminare e rispondere a ordine semplici».

Ibernazione

Quello successo in Francia è un caso unico che però può aiutare gli scienziati nella ricerca sull’ibernazione.

L’uomo infatti, affermano i medici, è sopravvissuto grazie alle basse temperature, l’unica spiegazione al fatto che l’uomo sia sopravvissuto nonostante il cuore si sia fermato per 18 ore. L’ibernazione, detta anche sospensione crionica o ipotermia allo stato solido, non è altro che il congelamento del corpo. La legge al riguardo è categorica, possono essere ibernati solo corpi appena deceduti.

Chi si affida a questa pratica lo fa per due motivi: il primo è viaggiare nel tempo per risvegliarsi nel futuro, il secondo è svegliarsi in un modo in cui esistono cure, ad oggi non ancora scoperte, per gravi patologie. La parte più semplice dell’ibernazione è il congelamento, anche se per ibernare un corpo umano serve più di un semplice freezer.

Il corpo umano può essere ibernato solo entro pochissime ore dal decesso usando l’azoto liquido per portare la temperatura del corpo a -195°C, temperatura che poi va mantenuta nel tempo ad un livello costante. Pionieri di questa pratica sono gli Stati Uniti d’America in cui esistono diverse aziende che offrono il servizio di ibernazione. La più nota è la Alcor Life Extension Foundation che con 200 mila dollari iberna e conserva i copi dei loro clienti Ad oggi però risulta impossibile per impossibile riprendersi dall’ibernazione anche perché i corpi congelati sono effettivamente morti. Al momento non esiste la tecnologia per effettuare un intervento in tal senso. A ciò si aggiunge il fatto che una volta congelati le cellule del corpo si rovinano per effetto dell’espansione dell’acqua che contengono.

Una soluzione potrebbe essere l’uso di una sostanza antigelo, quelle però esistenti finora sono tutte tossiche per l’uomo. Nonostante questo sono quasi cento le persone che risultano ibernate nel mondo, la prima James Bedford che riposa nel ghiaccio dal 1967. Chissà che il caso dell’uomo francese non aiuti a trovare un modo per risvegliarli tutti.