La Johnson&Johnson dovrà pagare 95 milioni di euro come risarcimento ad un uomo colpito da mesotelioma a causa dell’uso del borotalco. Sarebbero state, infatti, due sentenze, a stabilire questo risarcimento milionario in seguito all’insorgenza di questa particolare forma di Cancro che è invece, solitamente, associata a sostanze tossiche come l’amianto.

Borotalco sotto accusa: vediamo di cosa si tratta

Il protagonista della vicenda, dopo aver ricevuto dai referti medici l’infausta diagnosi di mesotelioma, ha sempre fermamente continuato a sostenere che la responsabilità della sua malattia era da attribuire all’uso del borotalco che per anni ha utilizzato per la cura del proprio corpo.

A dargli ragione sarebbero state ben due giurie del tribunale degli Stati Uniti, che avrebbero, di conseguenza, condannando la famosissima azienda di borotalco Johnson&Johnson, a pagare circa 95 milioni di euro. La storia ha inizio nel 2016, anno nel quale, il protagonista della vicenda, Stephen Lanzo, ha fatto causa alla Johnson&Johnson e, in parallelo, al suo fornitore di talco, Imerys Talc, sottolineando e basando le sue accuse sul fatto che nella polvere usata per più di 30 anni erano presenti fibre del pericolosissimo amianto. Le giurie, come abbiamo visto, dopo due anni dall’inizio della sua acerrima battaglia giudiziaria, gli hanno dato ragione, attribuendo la responsabilità dei suoi problemi legati al cancro, all’uso di questo prodotto e facendolo diventare, la prima persona risarcita dalla famosa azienda produttrice di talco.

Borotalco pericoloso: ecco dove risiede il problema

Già in altri casi, la Johnson&Johnson era stata messa sotto i riflettori dai tribunali e da diverse condanne legate a possibili relazioni tra l’uso del borotalco nelle donne e la possibile insorgenza del cancro alle ovaie. Si tratterebbe, adesso, della prima volta che la polvere verrebbe associata al mesotelioma.

Numerosi studi, infatti, avrebbero dimostrato che nel talco ci sarebbe un alto rischio di possibile contaminazione da amianto, in base al fatto che l’estrazione del minerale si troverebbe, in molti ambiti geologici, vicino a miniere di amianto. Le compagnie interessate allo scandalo, secondo gli avvocati del protagonista della vicenda giudiziaria, erano a conoscenza che i loro prodotti erano stati contaminati dall'amianto e, nella consapevolezza, non avrebbero mai messo in allerta i loro consumatori del possibile pericolo.

Sia la Johnson&Johnson che la Imerys Talc hanno però deciso di fare battaglia in seguito alle accuse sollevate nei loro confronti, sostenendo, che nei loro prodotti a base di talco, non sono presenti sostanze tossiche, assicurando i loro consumatori, di aver condotto numerosi test per escludere che i prodotti in commercio non fossero in nessun modo contaminati da sostanze tossiche e pericolose per la salute.