La fonte è un gruppo di scienziati olandesi, i quali rivelano un apparente "paradosso fisiologico" riguardante l'esercizio fisico. Esso, infatti, risulterebbe nocivo se praticato al lavoro, ma fonte di giovamento per chi lo pratica nel tempo libero.

In qualità di ricercatore della Libera Università di Amsterdam in materia di salute pubblica, Pieter Coenen, dimostra che le ragioni di tale disparità sono ancora oscure, ma crede che ciò possa essere il riflesso dei differenti tipi di esercizio che le persone svolgono al lavoro rispetto a quelli svolti durante il tempo libero.

Stando a quanto riportato da Coenen, le occupazioni che richiedono l'espletamento di un certo sforzo fisico aumenterebbero di circa il 18% il rischio di una morte prematura negli uomini.

Altri ricercatori spostano l'ago della bilancia non sull'attività di sforzo fisico richiesta dalla professione, ma sullo stile di vita "malsano" che spesso viene assunto dai lavoratori manuali in fatto di dieta. Su tutti, alcool e sigarette agiscono come fattori riduzionistici del tempo di vita.

Coenen, dal canto suo, chiama in causa altri fattori. Secondo l'olandese, chi si dedica alla corsa per un'ora e mezza durante il tempo libero, stimola l'attività cardiovascolare e prova poi un senso di benessere sopraggiunto.

Invece, per chi è attivo fisicamente al lavoro si tratta di un tipo diverso di attività. Ci si trova a lavorare per otto ore al giorno e con limitate parentesi da dedicare al riposo. La tesi di Coenen e dei suoi è, quindi, che questo genere di attività affatichi il sistema cardiovascolare anzichè aiutarlo ad automigliorarsi.

Investigare gli effetti dell'attività fisica lavorativa sulla salute

Le linee guida internazionali sulla salute pubblica incoraggiano le persone a dedicare mezz'ora al giorno ad attività fisiche, moderate o intense, per mantenersi in salute, ma ricerche antecedenti hanno dimostrato che chi lavora in edilizia e altri lavori fisicamente impegnativi è meno probabile che si eserciti nel proprio tempo libero.

"Sono in doppio guaio", afferma perentoriamente Coenen. "Non beneficiano degli aspetti positivi dell'attività del tempo libero e sono esposti ai rischi dell'attività fisica professionale". Coenen ritiene che si dovrebbero concentrare maggiori sforzi sull'incoraggiare le persone che svolgono lavori manuali a seguire le linee guida standard sull'esercizio fisico, e non lasciarsi ingannare dal pensare di averne abbastanza sul lavoro. Essere attivi nel lavoro non è condizione sufficiente né necessaria per non esserlo nel proprio tempo libero.

Mark Hamer, ricercatore presso l'Università di Loughborough, ci indica un prezioso studio dello scorso anno, condotto su un campione di mezzo milione di cittadini cinesi, che ha rilevato che l'attività fisica ha benefici per la salute sia nel lavoro che nel tempo libero.

Hamer sostiene che bisogna cercare di seguire alcune linee guida fondamentali dell'attività fisica a prescindere dalla propria attività lavorativa. La causa dell'elevato rischio di morte prematura per i lavoratori manuali potrebbe albergare in questa semplice nozione di vita pratica.