Negli ultimi giorni nel Veneto sono stati registrati nuovi casi di contrazione del virus West Nile, trasmesso tramite le zanzare. I primi tre ricoveri sono avvenuti nel giro di poche ore nella giornata di giovedì 26 Luglio 2018 ed hanno coinvolto persone provenienti dalla provincia di Venezia. Col passare delle ore, il numero dei contagiati è salito a dieci, allertando in questo modo i sindaci e le aziende socio-sanitarie. La preoccupazione deriva dal fatto che il più delle volte, e nello specifico nell'80% dei casi, il contagio non presenta alcun sintomo.
In effetti la prima persona ad essere stata contagiata, un 59enne abitante della frazione di Malleredo, è stato bene per circa tre giorni per poi registrare febbre alta e forte mal di testa: il quadro clinico era piuttosto tranquillo, ma alcuni sospetti del medico hanno permesso di capire che non si trattava di una semplice influenza bensì del virus West Nile (virus del Nilo occidentale).
Cos'è il West Nile
Il virus West Nile, noto anche come virus del Nilo occidentale, è un organismo biologico che può essere tramesso all'uomo dagli artropodi: pertanto la trasmissione può avvenire entrando in contatto con ragni, pulci, granchi, gamberi e soprattutto con le zanzare. Ma l'essere umano non è l'unico a poterne essere colpito in quanto le punture o i morsi degli artropodi può provocare il contagio anche di equini, cani e gatti.
Come è stato accennato in precedenza, il West Nile non presenza nella quasi totalità dei casi alcun sintomo ma presenta fenomenologie che possono essere confuse con quelle dell'influenza comune come: febbre moderata, cefalea, dolore oculare, malessere generale, dolori muscolari, diarrea e tosse. Se non correttamente curato, il virus del Nilo occidentale può provocare patologie più gravi come meningite, tumori, convulsioni, coma e atassia.
Per fortuna, solitamente ha un decorso benigno, ma bisogna prestare particolare attenzione alla propria Salute se si è immunocompromessi.
La situazione veneta legata al West Nile
Se inizialmente poteva sembrare una situazione facilmente controllabile, l'aumento dei casi di contagio da West Nile ha fatto allarmare i sindaci e lo staff medico del Veneto.
Si è preoccupati soprattutto per il Polesine di Rovigo, zona in cui sono stati registrate nelle ultime ore ben quattro contaminazioni. Tra queste vi è il caso del 70enne ricoverato nel reparto Malattie infettive dell’ospedale di Rovigo, che presenta un quadro clinico più serio. Con l'obiettivo di cercare di ridurre la diffusione del virus africano nel territorio veneto ed italiano, Maurizio Barberini, assessore comunale all'Ambiente, ha dichiarato che saranno avviate procedure di disinfestazione. Ma tale attività non sarà l'unica in quanto sarà fatta anche informazione, con il fine di sensibilizzare i cittadini, soprattutto coloro i quali frequentano le aree verdi, educandoli alla prevenzione delle punture di zanzara, vettori del virus.
Contestualmente, ad Occhiobello l'amministrazione sta multando chi, noncurante del pericolo, non esegue i trattamenti antilarvali, fondamentali per il contenimento del West Nile: si parla infatti di una sanzione pari a 50 euro per chi non prende provvedimenti per i focolai di zanzare. ''Basta un tombino o un sottovaso per infestare un quartiere'', ha spiegato l'assessore.