La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), una delle malattie endocrine più comuni, che influenza il 5-10% delle adolescenti e donne in età riproduttiva, è un disordine eterogeneo, complesso dal punto di vista metabolico, endocrino, riproduttivo e psicologico.
Le cause rimangono ancora poco conosciute ma, in un lavoro pubblicato sulla rivista Journal of Turkish German Gynecology Association nel novembre 2018, è emerso che alcuni nutrienti (vitamine e sali minerali) influenzano l’insorgenza della PCOS e i sintomi correlati (iperinsulinemia e insulino resistenza, aumento di omocisteina, stress ossidativo, iperandrogenismo, incremento di peso, alterazione dell’ovulazione, ansia e depressione).
Si tratta di nutrienti quali le vitamine del gruppo B, D, E e sali minerali come cromo, magnesio, selenio e zinco, apparsi carenti nei pazienti con PCOS secondo i ricercatori del Department of Physiology della University School of Medicine di İstanbul.
La somministrazione giornaliera di questi nutrienti, nelle donne affette da PCOS, ha dimostrato di contrastare l’insulino resistenza e di apportare benefici sull’ovulazione, sul processo di dimagrimento e sui problemi mentali e psicologici.
Il meccanismo di azione si spiega mediante l’effetto dei micronutrienti sulla regolazione delle vie di segnale dell’insulina e della sintesi degli androgeni, coinvolte nalla patogenesi della PCOS.
PCOS e vitamine
L’insulino resistenza ha un ruolo centrale nella progressione della fisiopatologia e si associa a livelli elevati di omocisteina, aminoacido essenziale derivato dalla metionina della dieta e marker del rischio cardiovascolare e riproduttivo nella PCOS.
Alcune vitamine, somministrate a donne con la PCOS per 3-12 settimane, hanno evidenziato dei vantaggi.
Quelle del gruppo B: acido folico, ma anche B6 e B12 regolatrici della sintesi di omocisteina, hanno inibito questo marcatore; il mio-inositolo (vitamina B7) avente un ruolo essenziale nell’insulino sensibilità, nella sintesi dei lipidi e nella maturazione degli oociti (cellule uovo) ha migliorato l’insulino sensibilità, così come anche vitamine liposolubili (vitamina D e E).
PCOS e sali minerali
Nelle donne PCOS è stata riscontrata la carenza di certi sali minerali e la somministrazione di questi per 8-9 settimane ha intensificato l’insulino sensibilità.
Sono stati efficaci Il selenio, attivo contro lo stress ossidativo, e il cromo, implicato nel metabolismo del glucosio e dei lipidi; quest’ultimo ha aumentato anche la tolleranza al glucosio.
La somministrazione di magnesio, uno dei cationi intracellulari predominanti, coinvolto nel metabolismo dell’insulina e nella protezione dei neuroni, ha ridotto i disordini neurologici (ansia e depressione) presenti nella PCOS.
Lo zinco, responsabile della funzione di oltre 300 enzimi del metabolismo dell’insulina, dei lipidi, carboidrati e proteine, ha diminuito anche trigliceridi e colesterolo LDL.