Cinquanta ricercatori, coordinati dal dr. Neil Murphy, hanno condotto una vasta indagine su quasi mezzo milione di uomini e donne residenti in 10 Paesi europei. L’indagine ha rivelato che un consumo abituale di mezzo litro (2 bicchieri) di soft drink al giorno è uno dei fattori che può determinare una riduzione della vita media delle persone. E le conseguenze variano a seconda se le bibite sono addizionate di dolcificanti o zuccheri naturali. In Italia si sta pensando di tassare queste bibite per disincentivarne il consumo.

Altra conferma, l’ultima

Le nostre abitudini alimentari stanno cambiando. Alimenti e bevande prodotte industrialmente stanno sostituendo quelle tradizionali, preparate in casa. In questa sede limitiamo l’analisi al consumo dei soft drink. Sempre più spesso sentiamo dire che il consumo abituale di soft drink, non tanto per le eventuali bollicine ma per gli zuccheri e dolcificanti in esso contenuti, e per gli additivi di sintesi che servono ad associare queste soluzioni zuccherate ad estratti naturali, possono danneggiare la nostra Salute.

Ora su JAMA Intern Med è stata pubblicata la più vasta indagine condotta a livello europeo sul rapporto tra consumo di bibite gassate, i cosiddetti soft drink, e salute.

Tra gennaio 1992 e dicembre 2000, in 10 Paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia, Regno Unito e Italia) sono stati selezionati 521.330 individui. Dopo una prima valutazione, 451.743 soggetti sono stati arruolati per un vasto studio internazionale. Si trattava di uomini e donne di età media 50,8 anni di cui il 71% erano donne.

Per oltre 16 anni i ricercatori hanno monitorato questi individui. Da febbraio a ottobre dello scorso anno hanno analizzato tutti i risultati. Hanno escluso quelli che in questi anni erano stati colpiti da cancro, malattie cardiache, ictus o diabete. I dati ottenuti sono stati messi in confronto al consumo abituale di bibite analcoliche zuccherate, o addizionate di dolcificanti artificiali, e zuccheri in generale.

E l’indice di mortalità, per cause specifiche e per tutte le cause.

Le conclusioni dello studio hanno inequivocabilmente dimostrato che un consumo regolare di soft drink addizionato con dolcificanti artificiali (più di 2 bicchieri al giorno contro coloro con meno di 1 bicchiere al mese) era associato ad un maggior rischio di malattie circolatorie. Chi invece consumava abitualmente soft drink addizionati di zucchero naturale (più di 1 bicchiere al giorno contro coloro con meno di 1 bicchiere al mese) avevano un maggior rischio di morte per malattie digestive.

Una tassa sulle bibite

In generale, quindi, coloro che consumano bibite addizionate di zuccheri naturali, dolcificanti e aromi hanno un maggior rischio di morte.

Il problema quindi non sono le bollicine ma gli zuccheri.

Questo studio è stato coordinato da ricercatori dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Queste indagini rientrano tra le ricerche epidemiologiche e di laboratorio normalmente condotte dall'Agenzia, al fine di diffondere informazioni scientifiche attraverso pubblicazioni, incontri, corsi e borse di studio.

L’associazione che raccoglie i produttori americani di bevande (The American beverage association) ha valutato lo studio poco attendibile. Tuttavia anche la stessa OMS non esclude che queste bibite possano danneggiare la salute. E l’idea di poterne ridurre il consumo tra i giovani, indipendentemente dalle conclusioni di questo studio, non sarebbe una cattiva idea. Paesi come Stati Uniti e Messico hanno proposto la soda tax. Una misura che funziona bene, soprattutto se applicata in base alla concentrazione di zucchero.