L'acido bempedoico, un inibitore orale dell'ATP citrato liasi (ACL), in aggiunta a terapie ipolipemizzanti come le statine, riduce fino al 25% i livelli di colesterolo anche in pazienti diabetici, senza effetti sulla glicemia ed effetti secondari a livello muscolare. Il prodotto è in attesa di approvazione da parte di EMA ed FDA.

Una nuova classe di ipocolesterolemizzanti

Con l’aggettivo “ipocolesterolemizzante” si definisce qualsiasi trattamento, farmacologico e non, in grado di ridurre i livelli plasmatici di colesterolo. Importante è tuttavia sapere che l’80% del colesterolo circolante viene prodotto all'interno del nostro organismo.

Mentre, il restante 20% viene assimilato con la dieta, ed è su questa quota che agiscono vari prodotti come fibre e steroli vegetali, che interferiscono sull'assorbimento intestinale del colesterolo.

La prima classe di farmaci sviluppata per abbassare la colesterolemia fu quella delle statine: simvastatina, atorvastina, lovastatina, pravastatina e rosuvastatina. Questi agiscono nel fegato bloccando l’attività di un enzima, la 3-idrossi-3-metiglutaril coenzima A reduttasi (HMG-CoA reduttasi).

Una seconda classe è rappresentata dai fibrati, che riescono a ridurre VLDL (very low density lypoproteins) e trigliceridi, ed ad aumentare gli HDL (high density lypoproteins). Appartengono a questa classe farmaci come fenofibrato, gemfibrozil, bezafibrato.

Una terza classe di farmaci contro il colesterolo sono sostanze che agiscono riducendo l'assorbimento del colesterolo alimentare. Ad esempio, colestiramina ed ezetimibe.

Una recente nuova classe di farmaci sono gli inibitori della PCSK9 (proprotein convertase subtilisin/kexin 9), una glicoproteina coinvolta nella degradazione del recettore delle LDL, per cui una sua inibizione aumenta il catabolismo delle LDL, favorendo così la riduzione dei livelli circolanti di Colesterolo-LDL fino al 60%.

Appartengono a questa classe anticorpi monoclonali (Alirocumab, Evolocumab) e una forma coniugata di RNA interference (RNAi)-GalNAc).

A questa lunga lista di farmaci a breve si potrebbe aggiungere una nuova classe: gli inibitori di ACL (ATP citrato liasi). I risultati di ben quattro studi clinici sono stati presentati questi giorni da Daiichi Sankyo a Philadelphia, in occasione dell’ultimo meeting dell’American Heart Association (AHA).

L'acido bempedoico

È questo l’ultimo farmaco in sviluppo nel contrasto al colesterolo. Valutato su 3.600 pazienti diabetici, trattati per 12 settimane, l’acido bempedoico ha ridotto l'emoglobina glicata A1c (HbA1c) solo dello 0.19% rispetto al placebo. I quattro studi clinici di Fase 3 hanno dimostrato che nei pazienti diabetici con ipercolesterolemia (C-LDL), questa nuova molecola è in grado di ridurre il colesterolo senza interferire con la glicemia.

L'acido bempedoico è un inibitore orale dell'ACL sviluppato da una biotech americana (Esperion) che, grazie ad un meccanismo d'azione mirato, riduce la biosintesi del colesterolo nel fegato, riducendo i livelli di C-LDL in circolo fino al 25%. Una nota importante su questi inibitori è l’assenza di effetti secondari a livello muscolare.

Oltre ad una riduzione della proteina C-reattiva ad alta sensibilità, un marker chiave dell'infiammazione associata a problemi cardiovascolari.

L’acido bempedoico può essere indicato in monoterapia (180 mg) o in associazione a dose fissa acido bempedoico / ezetimibe (180 mg/10 mg), e destinato a pazienti affetti da ipercolesterolemia e/o ad alto rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica. I dossier, presentati da Esperion alla FDA negli USA e da Daiichi Sankyo - che ne ha rilevato i diritti dalla Esperion - all'EMA in EU e Svizzera, sono in corso di valutazione. Le decisioni in merito alla sua approvazione sono attese per la prima metà del 2020.