Il consumo abituale di tè, almeno tre volte a settimana - secondo una indagine durata sette anni su una popolazione di oltre 100 mila cinesi - allunga la vita e protegge il cuore. In pratica, un 50enne che beve abitualmente tè ha un’aspettativa di 1,41 anni in più di anni liberi da malattie cardiovascolari aterosclerotiche e un’aspettativa di 1,26 anni in più di vita in generale, rispetto a chi non beve tè o lo beve solo occasionalmente.

Un cuore più forte e una vita più lunga

Mentre in Italia il caffè, soprattutto l’espresso, rappresenta un tratto identitario delle nostre abitudini, in molti Paesi, dalla Cina al Regno Unito e Giappone, è il consumo di tè a far parte del patrimonio culturale.

Qualsiasi studio osservazionale deve essere effettuato paragonando le popolazioni che hanno le stesse abitudini, tradizioni, alimentazione e clima. Solo così è possibile cogliere gli eventuali effetti positivi sulla Salute di un particolare alimento o bevanda, come il caffè o il tè, ricchi di flavonoidi e polifenoli.

Una ricerca condotta da un team di ricercatori cinesi - pubblicata nei giorni scorsi sullo European Journal of Preventive Cardiology, la rivista ufficiale della Società Europea di Cardiologia - ha studiato la relazione tra il consumo abituale di tè e gli effetti sul benessere cardiovascolare e sull'aspettativa di vita. Primo autore di questo lavoro scientifico è Xinyan Wang, del Dipartimento di Epidemiologia della Chinese Academy of Medical Sciences, Beijing.

Lo studio, iniziato con un progetto partito nel 1998, ha selezionato complessivamente 100.902 soggetti cinesi sani, senza alcuna precedente esperienza di infarto, ictus o cancro. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: i bevitori abituale di tè (almeno tre volte a settimana), e quelli che non avevano mai bevuto tè o lo bevevano solo saltuariamente, meno di tre volte a settimana.

I soggetti coinvolti sono stati monitorati per 7,3 anni.

I risultati di questa indagine hanno portato alla conclusione che bere abitualmente tè fa aumentare l'aspettativa di vita in buona salute. Più precisamente, un cinquantenne bevitore abituale di tè ha un rischio di sviluppare un danno alle coronarie o un infarto due anni più tardi rispetto ad un cinquantenne che non beve abitualmente tè.

Lo stesso soggetto ha un’aspettativa di vita di 1,26 anni in più rispetto ai non consumatori abituali di tè. E ancora, i bevitori di tè hanno un rischio inferiore (-20%) di sviluppare una malattia cardiaca e un ictus, inferiore (-22%) per un attacco di cuore fatale, e inferiore (-15%) per tutte le cause di mortalità.

Un'ulteriore conferma è arrivata da uno studio condotto su un sottogruppo di 14 mila persone, valutato per 5 anni. Le persone che, in questo periodo, hanno continuato a bere tè hanno avuto un rischio inferiore (-39%) di problemi cardiaci e ictus, inferiore (-56%) per un attacco fatale di cuore, inferiore (-29%) di mortalità per tutte le cause.

Meglio il tè verde

Secondo l’autore principale dello studio, Dongfeng Gu, del Laboratory of Cardiovascular Epidemiology, Chinese Academy of Medical Sciences, l’effetto protettivo del tè è attribuibile ai polifenoli, principali componenti bioattivi e antiossidanti del tè.

Questi polifenoli, idrosolubili, non vengono accumulati nel nostro organismo. Per questo, la loro azione si osserva solo se vengono assunti regolarmente, come avviene con i bevitori abituali di tè verde. Un altro dato, emerso da questa ricerca è che non tutti i tè hanno lo stesso effetto protettivo. Il tè verde è risultato più protettivo (del 25%) rispetto a quello nero.

Le cause? Il tè verde è più ricco di polifenoli, mentre il tè nero è un prodotto fermentato, processo che porta all'ossidazione di molti polifenoli. E, per ultimo ma non meno importante, molti bevono il tè nero con il latte, e quest’associazione influisce negativamente sulle proprietà salutari del tè. Un altro dato da segnalare è che gli effetti benefici del tè verde sono stati osservati in misura maggiore negli uomini perché sono quelli che ne bevono in misura maggiore (48% verso il 20% di donne) e inoltre perché le donne hanno una naturale protezione verso le patologie cardiache.

Precedenti studi, condotti in Giappone (JAMA 2006; Green tea consumption and mortality due to cardiovascular disease, cancer, and all causes in Japan: the Ohsaki study), avevano portato a risultati sovrapponibili a questi appena descritti, mentre uno studio condotto nel Regno Unito nel lontano 1997 (Am.J.Clin.Nutr.; M.G. Hertog) non aveva evidenziato alcun effetto positivo associato al consumo di tè nero. E questo può essere spiegato con quanto detto sopra circa l’abitudine di bere il tè con il latte. Infine, una curiosità: chi beve tè molto bollente ha un rischio di sviluppare un cancro che è doppio rispetto agli altri. Il riferimento è ai tumori del cavo orale.