Una ricerca appena pubblicata, su Eur. J. Pharmacol., da ricercatori cinesi, dimostra come la resiniferatossina (RTX), una sostanza estratta dalla Euphorbia resinifera, una pianta simile a un cactus, grazie alle sue proprietà desensibilizzanti i nervi, è efficace nel controllo dell’aritmia ventricolare. Ma questa sostanza, mille volte più piccante della capsaicina, negli ultimi anni è stata studiata anche nel trattamento della vescica iperattiva, nella cistite interstiziale, nella rinite e nella eiaculazione precoce permanente.

Un superpeperoncino

La scala di Scoville (Scoville Heat Units; SHU) misura il grado di piccantezza di un peperoncino. Come abbiamo già descritto su queste pagine, esistono molte varietà di peperoncino e il loro grado di piccantezza è determinato dalla concentrazione di capsaicina presente. Parliamo di una molecola che stimola i recettori del caldo VR1 (recettori per i vanilloidi 1) situati anche sulla lingua e ciò provoca la sensazione di "bruciore".

Secondo la scala di Scoville, la capsaicina tal quale, quindi pura, ha un grado di piccantezza pari a 16.000.000 SHU. In questa scala, la paprica può arrivare a 1.000 SHU, il peperoncino calabrese a 25.000 SHU, lo spray al peperoncino usato come difesa personale può arrivare a 2.000.000 SHU, mentre il peperoncino Carolina Reaper, nel 2013 registrato nel Guinness dei primati, raggiunge i 2.200.000 SHU.

La resiniferatossina (RTX), una sostanza chimica presente nella Euphorbia resinifera, pianta simile ad un cactus che cresce in Marocco, e nella Euphorbia poissonii che cresce nella Nigeria del Nord, ha un grado di piccantezza mille volte superiore alla capsaicina. Con 16 miliardi SHU si ritiene sia la sostanza più piccante finora conosciuta.

Riduce le aritmie ventricolari

È stato appena pubblicata su Eur. J. Pharmacol., primo autore Y. Wu, una ricerca fatta da ricercatori cinesi, sull'attività antiaritmica della resiniferatossina. Una insufficienza cardiaca, da aritmia dei ventricoli, è associata ad una eccessiva attività del sistema simpatico afferente. Questi ricercatori hanno dimostrato che, grazie alla sua azione di agonista selettivo del recettore TRPV1 (transient receptor potential vanilloid 1), la resiniferatossina può influire positivamente sul tono simpatico cardiaco e sull'elettrofisiologia.

Questa azione è efficace nel prevenire le aritmie letali nell'insufficienza cardiaca cronica.

Lo studio è stato condotto sui ratti, a cui era stata occlusa l’arteria coronarica per indurre una insufficienza cardiaca. I ricercatori hanno somministrando a questi ratti, per via iniettiva (intratecale: nel liquor cefalorachidiano), RTX (2μg / 10 μl) verso un gruppo trattato solo con placebo (solo veicolo). Poi, a distanza di due settimane, sono state valutate le attività nervose simpatiche cardiache e l'elettrofisiologia cardiaca. Almeno in questo modello animale, in laboratorio, i risultati non lasciano dubbi: la RTX è in grado di mantenere sotto controllo la funzionalità cardiaca così come i parametri elettrofisiologici.

In accordo con tutti gli indicatori biochimici monitorati.

Questo studio lascia intravvedere un nuovo promettente approccio terapeutico per il controllo dell'aritmia durante un arresto cardiaco.

Altre possibili applicazioni

La resiniferatossina è stata già investigata per le sue proprietà desensibilizzanti i nervi, nel trattamento della vescica iperattiva. In pratica, la RTX impedisce alla vescica di trasmettere al cervello la sensazione di urgenza ad urinare. Tuttavia, la FDA non l’ha mai approvata per questa indicazione. In precedenza, la RTX era stata studiata nel trattamento della cistite interstiziale, della rinite e nel controllo dell’eiaculazione precoce permanente.

Recentemente, la Sorrento Therapeutics ha sviluppato RTX come potente antidolorifico, da usare come mezzo per alleviare il dolore nelle forme di cancro avanzato.

Nella pipeline di Sorrento, oltre al controllo del dolore nei pazienti oncologici, la RTX è presente in un altro studio clinico di Fase 1, nell’osteoartrite.

Poche settimane fa, su Nutrients, alcuni autori americani, primo autore P. Basu, hanno pubblicato un lavoro sulle proprietà antitumorali della resiniferatossina. Quello che è stato osservato è che RTX ha un’attività antiproliferativa dose-dipendente in tutte le linee cellulari tumorali testate ma nessun effetto sulle normali colture fibroblastiche dermiche primarie umane. Sono dati ancora preliminari ma se immaginiamo un applicazione clinica, RTX potrebbe essere un buon farmaco antitumorale.

Complessivamente, questa sostanza naturale, oltre a caratterizzarsi per essere il più potente agente piccante finora conosciuto, dai risultati degli studi in corso, sia nei laboratori che sui pazienti, c'è da attendersi che nei prossimi anni RTX possa avere disco verde dagli Enti Regolatori per una o più applicazioni farmacologiche.