La malattia di Kawasaki è una patologia infiammatoria che colpisce i vasi sanguigni dei più piccoli. Normalmente si registra un caso ogni 11-12 mila nati. Ma negli ultimi due mesi, presso gli ospedali pediatrici dei territori maggiormente colpiti dal Covid-19, come Lombardia, Piemonte e Liguria, i cardiologi pediatrici hanno segnalato una impennata di casi paragonabili a quanti registrati nei precedenti 3 anni. Lo stesso viene segnalato in tutto Europa. Si ipotizza un nesso con il Covid-19.
Sembravano invulnerabili
I bambini finora sono stati considerati la fascia di età più resistente al Covid-19.
Non sono note le cause di questa refrattarietà anche se si fanno delle ipotesi, ma il dato ufficiale è che i bambini sono quelli che rischiano di meno il contagio. Adesso sta emergendo un fenomeno del tutto inatteso. Nei territori dove maggiore è la diffusione del virus, come Bergamo, tra i bambini viene segnalata una impennata di casi di una patologia rara: la Malattia di Kawasaki.
I primi casi verso metà marzo. Poi sempre più bambini sono stati accompagnati ai pronti soccorsi con sindrome infiammatoria molto aggressiva e miocardite (infiammazione al cuore), febbre molto alta e ipossia. Fortunatamente, dopo una terapia standard, in pochi giorni quasi tutti hanno recuperato totalmente. Anche se qualcuno ha dovuto passare qualche giorno in terapia intensiva.
L’allarme è stato lanciato da diversi sanitari, Matteo Ciuffreda, cardiologo pediatrico all'ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, Lucio Verdoni, reumatologo pediatra del Papa Giovanni, Angelo Ravelli, pediatra al Gaslini di Genova, Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, solo per citarne alcuni, ma sulla stessa linea sono i colleghi di tutta Europa (Inghilterra, Spagna, Portogallo, ecc.).
Sembra che nei territori dove maggiormente si è diffuso il Coronavirus, maggiore è stata l’incidenza di questi casi. Inoltre, l’ipotesi del collegamento con la pandemia viene supportata dall'associazione tra questi casi e la positività ai tamponi o ai test sierologici di questi bambini. In un mese sono stati diagnosticati un numero di casi che normalmente veniva diagnosticato in tre anni.
Di che si tratta?
Si tratta della Malattia (o Sindrome) di Kawasaki (KD dall’inglese Kawasaki Disease). Una infiammazione (vasculite) dei vasi sanguigni di medie dimensioni associata ad aneurismi delle arterie coronarie. Una sindrome che se non viene adeguatamente trattata può essere letale. In Occidente è la causa più comune delle cardiopatie non congenite nei bambini e un fattore di rischio di cardiopatia ischemica, nell'età adulta.
Per la sua bassa incidenza, un caso ogni 11-12,5 mila bambini, più frequente nelle popolazioni asiatiche, è considerata una patologia rara. Mediamente viene diagnosticata verso i 2 anni, nel 75% dei casi in bambini che hanno meno di 5 anni. Un segno clinico costante è la febbre (>39°C) che può durare più di cinque giorni se non viene trattata.
Dal punto di vista esteriore, si osserva un’alterazione delle estremità (eritema ed edema del palmo delle mani e dei piedi, con desquamazione), eruzioni cutanee, congiuntivite bilaterale non essudativa ed eritema delle labbra e della mucosa della bocca). Internamente, si formano degli aneurismi delle arterie coronarie che insorgono dopo 6-8 settimane dall'esordio, se il bambino non è stato adeguatamente trattato. Aneurismi che sono molto pericolosi, soprattutto se di grandi dimensioni (> 8 mm), e possono risultare letali.
Poi ci sono una serie di manifestazioni/segni clinici associati a questa malattia come la miocardite, la pericardite, l'epatite, la diarrea, il dolore addominale, la mialgia, la sordità neuro-sensoriale, l'uretrite, ecc.
Nei casi poco complessi questa patologia si risolve senza conseguenze, entro poche settimane, fino ad un massimo di tre mesi. Più complessa è la condizione dei pazienti dove si sviluppa un aneurisma delle coronarie (5-10% dei casi) che può portare a conseguenze di lungo termine, fino all'età adulta, con l’insorgenza di cardiopatie ischemiche. In rari casi (1%) può essere anche letale.