Nella corsa al vaccino contro la Covid-19 adesso arriva anche un vaccino tutto italiano, sviluppato nei laboratori di ReiThera, grazie anche ad un cospicuo finanziamento pubblico (Ministero della Ricerca Scientifica/Ministero della Salute e la Regione Lazio), per un totale di 8 milioni di euro. Si tratta di un adenovirus – quello del raffreddore dei macachi/gorilla – modificato per far esprimere la proteina Spike del Sars-CoV-2, in modo da attivare una risposta immunitaria specifica (produzione di anticorpi). Nella prima fase il vaccino verrà inoculato in 90 volontari, selezionati tra gli oltre 5.000 che avevano dato la loro disponibilità.

Molti sono medici.

Anche la ricerca italiana in prima linea

Lo sviluppo di un vaccino è ritenuto da tutti la soluzione al problema Covid-19. Tutto quello che viene fatto finora, facendo registrare anche discreti successi, serve solo a curare i pazienti, non a prevenire la diffusione del contagio.

Come abbiamo già scritto su questo giornale, ci sono diversi vaccini che stanno completando la sperimentazione clinica (Fase 3), di cui uno vede la partecipazione di una biotech italiana, di Pomezia (RM), l’IRBM, che collabora con l’Università di Oxford per un vaccino ora sponsorizzato dalla multinazionale farmaceutica AstraZeneca.

Ma la notizia è l’inizio della sperimentazione clinica (Fase 1), presso l’Istituto Spallanzani di Roma, di un vaccino tutto italiano, sviluppato da una biotech con sede a Castel Romano, a sud di Roma.

Si tratta del vaccino GRAd-COV2, costituito da un adenovirus, quello responsabile di causare il raffreddore nei macachi e gorilla, modificato in modo da poter esprimere la proteina Spike - presenti nel Sars-CoV-2. Inoculato negli animali è stato in grado di sviluppare una risposta immunitaria anti-Covid-19 oltre ad una risposta cellulare, con la produzione delle cellule immunitarie chiamate linfociti T killer.

Adesso è iniziata la sperimentazione sull’uomo.

Per questo studio, si sono offerti volontari oltre 5.000 persone, tra cui molti medici. A conferma che c’è grande fiducia nei vaccini, soprattutto nelle persone ben informate, e questo fa da contraltare a tutti i movimenti no-vax che, sui social, paventano ogni tipo di problema associato ai vaccini.

Per lo studio di Fase 1, ne sono stati selezionati 90, che verranno trattati mediante una iniezione intramuscolo, e monitorati per 12 settimane per fornire tutti i dati sulla sicurezza e tollerabilità del vaccino. Questi volontari verranno controllati nei successivi sette mesi, con visite periodiche.

Si è iniziati con la prima volontaria, una signora 50enne. Dopo quattro giorni, il vaccino verrà somministrato ad altre due persone, poi ad altre quattro e così via, fino ai 90 previsti. Nella prima fase, i volontari saranno suddivisi in due gruppi, 45 di età compresa tra 18 e 55 anni, e 45 di età tra 65 e gli 85 anni. A seguire, in caso di risultati positivi come attesi, in autunno si passerà ad una fase 2, coinvolgendo molti più volontari, sia in Italia che all’estero, in Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia come Messico e Brasile.

A questo importante risultato, iniziato a marzo 2020, si è arrivati grazie anche ad un cospicuo finanziamento pubblico, 5 milioni di euro della Regione Lazio e 3 milioni di euro dal Miur di intesa con il Ministero della Salute. Sviluppato dalla biotech ReiThera, il vaccino ha superato i test preclinici, effettuati sia in vitro che in vivo, su modelli animali. Dove si è potuto dimostrare la sicurezza e l’efficacia del vaccino, valutato come capacità a dare una forte risposta immunitaria specifica.

L’auspicio di tutti è che vada tutto bene, che il vaccino anti-Covid-19 GRAd-COV2 superi le tre fasi della sperimentazioni clinica risultando sicuro e ben tollerato, ma anche estremamente efficace. Se tutto andrà nel verso giusto, la sua commercializzazione potrà avvenire nella primavera del prossimo anno.

In corsa anche un secondo vaccino italiano

Un secondo vaccino anti-Covid-19, tutto italiano, è stato sviluppato dalla biotech Takis, anche questa con sede a Castel Romano, in collaborazione con Rottapharm Biotech, con sede a Monza. Questo vaccino, denominato COVID-eVax, è basato su una piattaforma tecnologica innovativa che non si avvale di un virus attenuato ma di un frammento di DNA. Questo viene iniettato nel muscolo e grazie anche ad una tecnica detta “elettroporazione” ne favorisce il passaggio all’interno delle cellule. Una volta nelle cellule, il vaccino promuove la sintesi di una porzione della proteina “Spike” del Coronavirus, stimolando l’organismo ad una forte reazione immunitaria, sia anticorpale che cellulare, in grado di prevenire l’infezione.

Anche in questo caso le prove in laboratorio sono state positive e l’inizio della studio sull’uomo (Fase 1) è atteso in autunno.