Secondo le ricerche condotte dall'italiano Bruno Rizzuti, del Cnr-Nanotec, e da un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid, la quercetina, una molecola contenuta in molti alimenti, blocca l’attività enzimatica di una delle proteine fondamentali per la riproduzione del Sars-CoV-2. I risultati, pubblicati sull'International Journal of Biological Macromolecules, potrebbero aprire nuovi scenari sulla produzione di farmaci specifici.

La quercetina inibirebbe la forza della Covid-19

Uno studio internazionale al quale ha partecipato anche il Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche, di Cosenza ha ottenuto risultati inaspettati.

Si sarebbe notato che la quercetina, una molecola contenuta in vegetali come capperi, cipolla rossa e radicchio, funzionerebbe da inibitore del virus Sars-CoV-2. Questa nuova ricerca, condotta anche dal ricercatore italiano Bruno Rizzuti del Cnr-Nanotec, ha dimostrato che questa molecola, bloccando l’attività della proteina 3CLpro, risulterebbe mortale per il virus. La quercetina potrebbe essere facilmente mutata in modo da sviluppare una molecola con una maggiore potenza. Pertanto, data la facile reperibilità, si aprirebbero interessanti scenari per la creazione di nuovi farmaci specifici. "Test in vitro hanno dimostrato che la quercetina è la più attiva tra 150 molecole candidate: le nostre simulazioni hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina", queste sono le parole di Bruno Rizzuti in un' intervista.

Il ricercatore ha aggiunto che essa, nonostante non sia ancora perfettamente ottimizzata, sarebbe considerata efficace come altri antivitali contro il Coronavirus. Questo composto polifenolico, presente in abbondanza in natura, è noto per le sue proprietà anti-ossidanti e anti-infiammatorie. Dall'Università di Saragozza, il ricercatore Adrian Velazquez-Campoy, il quale ha diretto il gruppo di ricerca e ha precedentemente lavorato alla ricerca di farmaci inibitori del Sars del 2003, ha puntualizzato che, nonostante l'avvento del vaccino, i farmaci sarebbero essenziali per curare persone già contagiate.

Il comune di Acquaviva chiede di acquisire lo studio

Dopo la pubblicazione dello studio sulla quercetina, pubblicato sull'International Journal of Biological Macromolecules, il comune di Acquaviva ha richiesto di acquisire lo studio.

Il comune di Acquaviva delle Fonti, situato nell'hinterland barese, è conosciuto per la grande produzione di cipolle rosse. Il sindaco, Davide Carlucci, tramite un post su Facebook, ha comunicato di aver deciso di scrivere al Cnr per acquisire la ricerca, la quale si sposa con il progetto Biodiverso e di ricerche condotte nell'Università di Bari, in Puglia. A seguito della richiesta di acquisizione della ricerca da parte dell'assessore dell'agricoltura, il prossimo mercoledi si terrà un incontro tra il consiglio comunale e il direttore del Cnr, Giuseppe Gigli, per discutere dei possibili scenari che si potrebbero sviluppare nel prossimo futuro.