L'Ungheria di Viktor Orbán è il primo Paese UE ad approvare il vaccino Ad5-nCoV, sviluppato dall'azienda farmaceutica cinese CanSino Biologics, fondata nel 2009 a Tianjin. Prima dell'Ungheria, solo il Messico e il Pakistan (oltre alla Cina) nel mondo hanno dato il via libera a questo vaccino.

Uso di emergenza

Grazie all'approvazione da parte dell'Ungheria, l'azienda cinese ha ricevuto l'approvazione per l'uso di emergenza anche nell'ambito dell'Unione Europea, come direttamente annunciato dal gruppo di Tianjin sulla scorta del via libera dato al vaccino, anche detto Convidecia, dall'istituto nazionale ungherese per il farmaco, sulla base dei risultati preliminari della fase 3 dei trial clinici, condotta tra Argentina, Cile, Messico, Pakistan e Russia su un totale di 40mila partecipanti.

Il gruppo cinese è attualmente impegnato nella sperimentazione di un vaccino contro la Covid-19 in collaborazione con l'Istituto di Biotecnologia dell'Accademia di Scienze mediche militari cinese.

La campagna vaccinale ungherese e il via libera a un altro vaccino cinese

Prima del via libera concesso al vaccino CanSino, il 24 febbraio scorso l'Ungheria aveva approvato anche un altro vaccino cinese, quello del gigante farmaceutico Sinopharm, del quale sono state consegnate 100mila dosi la scorsa settimana. L'efficacia del vaccino monodose CanSino contro i casi sintomatici della Covid sarebbe parsa essere pari al 65,28% dopo 28 giorni dalla somministrazione e del 68,83% a 14 giorni, mentre per i casi gravi di Covid, l'efficacia rilevata sarebbe stata del 90,98% e del 95,47% rispettivamente a 28 e 14 giorni dall'inoculazione.

La vaccinazione ungherese è stata integrata anche dall'approvazione dei vaccini Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson, AstraZeneca e del vaccino russo Sputnik V, del quale sono in arrivo altre 680mila dosi entro le prossime due settimane. Ciò ha permesso all'Ungheria di divenire il Paese europeo con il più alto numero di somministrazioni anti-Covid: infatti, il 17,9% dei cittadini ha già ricevuto la prima dose dei vaccini, mentre il 5,3% può già considerarsi immunizzato.

Vaccinazioni in Italia e nel resto d'Europa

In Italia le percentuali di cui sopra sono ferme al 9,7% e al 4,4%, mentre la media europea si assesta al 10,4% per la prima dose e al 4,5% per la seconda dose. Infatti, la campagna vaccinale prosegue nel nostro Paese e nel resto d'Europa a rilento anche a causa del ritardo di arrivo delle dosi promesse.

In Italia sono state somministrate l'81% delle dosi già consegnate, ne restano da inoculare 1.736.101 alle quali se ne aggiungeranno altre 279mila di AstraZeneca in arrivo per mercoledì, salvo ritardi. Sono inoltre in arrivo altre dosi di Moderna e Pfizer, ma ancora non sufficienti a garantire l'obiettivo di inoculazione di 500mila dosi giornaliere.

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, apre oggi a tutti i vaccini disponibili, dallo Sputnik al cinese Sinopharm, mentre in Europa continuano a esserci perplessità riguardo il vaccino russo. Il commissario UE responsabile dei vaccini, Thierry Breton, ha minimizzato i ritardi nella campagna vaccinale rispetto a USA e Gran Bretagna, elogiando l'UE come il continente in grado di produrre più vaccini rispetto al resto del mondo, sottolineando che bisognerà ricorrere in via preferenziale ai vaccini prodotti in territorio UE, senza la necessità del vaccino russo. Breton ha promesso il raggiungimento di un obiettivo per l'Europa: l'immunità di gregge entro il 14 luglio.