Intervento salvavita da record all'ospedale Niguarda di Milano. L’équipe di Neurochirurgia dell'ospedale meneghino, nei giorni scorsi, ha operato Anna (il nome è di fantasia), una 24enne veneta e le ha asportato un aneurisma celebrale gigante (in medicina gli aneurismi vengono definiti giganti quando superano il diametro di 2,5 cm) che non solo le provocava una fortissima cefalea, ma che poteva rivelarsi letale. Come sottolineato dal direttore della Neurochirurgia Marco Cenzato, infatti, la ragazza presentava un rigonfiamento dell’arteria carotide interna caratterizzato da un diametro di ben 4 cm.

Come sottolineato dal neurochirurgo Davide Boeris, l'intervento è stato reso possibile grazie all'utilizzo di un esoscopio chirurgico in 3D.

La scoperta dell'aneurisma gigante

Stando a quanto ricostruito, Anna ha scoperto l' aneurisma cerebrale gigante - una sorta di palloncino pronto a scoppiare da un momento all'altro e a provocarle un fatale ictus emorragico - quando in seguito a un continuo e fortissimo mal di testa, diverso da tutti gli altri, si è recata al pronto soccorso della sua città. La diagnosi è arrivata poco dopo, in seguito agli accertamenti propedeutici necessari a indagare le cause delle cefalee che intaccavano il suo stato di salute.

Per i medici che l'hanno presa in cura, la giovane era "una morta che cammina".

Infatti, gli specialisti veneti non se la sono sentita di rimuovere l'aneurisma chirurgicamente per il rischio imminente e concreto di morte. Va precisato che i casi simili di aneurisma della carotide, solitamente, vengono trattati con la chiusura endovascolare dell’arteria. La procedura è resa possibile grazie al compenso garantito dagli altri vasi cerebrali.

Tuttavia, per Anna, questa strada non è risultata percorribile in quanto durante gli esami preliminari di chiusura vascolare la giovane era rimasta temporaneamente paralizzata nella parte sinistra del corpo.

La rimozione dell'aneurisma gigante

Anna non si è arresa a quella che sembrava una sentenza senza appello e ha iniziato a consultare specialisti sia in Veneto che fuori regione.

La svolta è arrivata quando, dopo la visita in Neurochirurgia all'ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, è stata presa in carico dall'équipe del professor Cenzato.

Il complesso intervento è durato circa 7 ore ed è stato reso possibile grazie alla sinergia tra i reparti di Neurochirurgia, Neuroradiologia e Neurorianimazione. “La difficoltà specifica di questa operazione - ha precisato il dottor Cenzato - era rappresentata dalla necessità di riuscire a preservare il flusso nell’arteria corioidea anteriore che traeva origine proprio dalla sacca dell’aneurisma".

Il neurochirurgo Davide Boeris, in una nota pubblicata anche sulla pagina social dell'ospedale, ha spiegato l'innovativa tecnica utilizzata: “Per escludere l’aneurisma dal circolo - ha puntualizzato - abbiamo provveduto, avvalendoci dell’esoscopio chirurgico, all’applicazione di una serie di clip".

L'esoscopio è una sorta di telecamera connessa a uno schermo ad alta risoluzione 4K e in 3D che consente, rispetto al comune microscopio chirurgico, una più alta definizione.

Grazie a questa innovativa strumentazione tecnologica - in uso al Neuro Center di Niguarda da circa due anni - il team ha potuto operare in piedi (senza bisogno di chinarsi) e ha avuto modo di visualizzare, senza perdere risoluzione, un campo operatorio di 1 cm su un monitor di 55 pollici (caratterizzato da una diagonale di 140 cm).

A 10 giorni dall'intervento, Anna è potuta tornare a casa e alla sua quotidianità: l'intervento, infatti, non le ha lasciato conseguenze.