Brasile, circuito di Interlagos, sessantaquattresimo giro dell’ultimo Gran Premio della Formula 1, quello decisivo. Un giovane tedesco, Sebastian Vettel, supera il mito assoluto della Formula 1, il connazionale Michael Schumacher, all’ultima gara della carriera, conquista il sesto posto che sul traguardo lo vedrà vincere il terzo titolo consecutivo.

Sebastian Vettel, 25 anni di Hoppenhein, nel facile sorpasso al quasi 44enne di Hermülheim sarà anche riuscito a leggere la frase d’addio incisa sul casco del pilota della Mercedes: ''La vita e' una storia di passione, grazie per aver condiviso la mia''.

Vettel porta a casa il terzo mondiale a soli 25 anni e diventa il più giovane a raggiungere quest’obiettivo e oltre alla nazionalità, condivide con Schumacher la classe e la professionalità che gli hanno consentito di restare calmo anche quando era precipitato in 22esima posizione dopo l’incidente al via.

Lucido e supportato da una macchina miracolosa ha scalato posizione su posizione e poi ha saputo essere freddo e accontentarsi della sesta posizione, da gestire fino al traguardo senza strafare, su una pista comunque resa insidiosa dalla pioggia.

Dalla storia della corsa che rende onore ad un Fernando Alonso che in questo mondiale ha lottato col cuore su una vettura inferiore, alla storia della Formula 1 dove Vettel si inerpica alla caccia dei grandissimi e con la possibilità di diventare il numero uno.

Sebastian detiene già diversi primati, infatti, è il più giovane ad aver ottenuto una pole position, ad aver ottenuto punti, a guadagnare più punti in una singola stagione (392, 2011), ad aver vinto un gran premio, ad essere salito sul podio, a segnare un giro veloce, a compiere più pole position in una singola stagione (15, nel 2011), ad essere diventato Campione del Mondo e, da ieri, a vincere per tre volte di fila il titolo.

Davanti a lui tanti anni di corse e rincorse a nuovi record ma il mito è ancora distante, i sette mondiali di cui 5 consecutivi di Schumacher sembrano un miraggio ma Vettel è in corsa per inseguirli. L’anno prossimo potrebbe affiancare già un altro mito, Juan Manuel Fangio, 4 di titoli di fila negli anni ’50 e in generale pareggiare il conto con “il professore” Alain Prost.

Attualmente Vettel deve “accontentarsi” di condividere il tris di allori iridati con piloti del calibro di Brabham, Stewart, Lauda, Piquet e Senna.

Le cifre spesso non rispettano le qualità tecniche dei piloti e la storia della Formula 1 è costellata di episodi che caratterizzano, in positivo o in negativo le carriere. La memoria dei tifosi e le emozioni degli appassionati danno il giusto valore a ciò che si fa in pista. Sebastian Vettel, sempre più cannibale del circus, incarna il modello perfetto, un ibrido fra cuore e ragione, micidiale. Se queste doti eccezionali non dovessero bastare, ecco la terza e fondamentale voce che alimenta i miti di ogni sport, la fortuna: pensate al testacoda subito dopo la partenza, la Red Bull numero 1 ferma a centro pista e le 15 vetture che la seguivano riescono a sfilarla. Vettel più forte della macumba brasiliana,Vettel campione del mondo 2012.