La mascotte dei Mondiali di calcio brasiliani del 2014 ha finalmente un nome, Fuleco. Dopo tre mesi di sondaggi online, quasi due milioni di brasiliani hanno ribattezzato così il "Tolypeutes tricinctus", meglio conosciuto come armadillo "Tatu-Bola".

Fuleco deriva dall’unione delle parole portoghesi futebol ed ecologia e il disegno ha i colori della bandiera brasiliana con corpo giallo, testa e corazza azzurra, e indossa una maglia bianca con un paio di calzoncini verdi. La dote dell’animale è la capacità di chiudersi a palla (bolita) quando si sente minacciato.

La sfera in cui si racchiude è talmente ermetica che diventa quasi impossibile forzarla ma nonostante ciò il suo nome è stato inserito nella red list dello IUCN (Unione Internazionale per la conservazione della natura) e considerato un esemplare a rischio estinzione. Intento della federazione brasiliana, che a settembre l’ha preferito come mascotte al puma Saci, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica. Speriamo che la ribalta internazionale porti fortuna all’armadillo e sia evitata l’estinzione mentre non è mai facile prevedere che presa mediatica e quale ricordo di se lascerà ogni mascotte Mondiale.

In principio fu Willie, il leone di England ’66 poi Juanito, il ragazzo col sombrero di Mexico ’70.

Tip e Tap erano i due ragazzi con la casacca della Germania Ovest del mondiale ’74 mentre Gauchito, il mandriano della pampas di Argentina ’78, lo ricordiamo con fazzoletto al collo, cappello e armato di frusta. Indimenticabile per gli italiani, Naranjito, la tipica arancia spagnola simbolo del Mundial.

Un peperoncino con sombrero e baffi di nome Pique caratterizzò il mondiale ’86.

Una figura stilizzata di calciatore con il corpo composto da cubi tricolore e un pallone come testa fu la scelta del comitato per Italia ’90. Gli italiani lo chiamarono Ciao con un sondaggio fatto attraverso la mitica schedina del Totocalcio, altri tempi. Dal flop di Stricker, il cane di Usa ’94 scomparso già durante la manifestazione, si passò al patriottismo francese rappresentato dal galletto Footix (football + Asterix).

Il terzo millennio e il mondiale di Corea e Giappone ci proiettarono nel futuro con le mascotte computerizzate Nik, Kaz e Ato. Il leone Goleo e il pallone parlante Pille accompagnarono la vittoria azzurra a Germania 2006. Il leopardo sudafricano Zakumi è l’ultimo della lista. Adesso tocca a Fuleco farsi amare per evitare che l’armadillo Tatu Bola non sia ricordato solo come una mascotte.