E' morto questa mattina, in una clinica romana, Pietro Mennea, il re della velocità azzurra, dopo una lunga lotta contro un male incurabile. Nato a Barletta nel 1952 avrebbe compiuto 61 anni il prossimo Giugno.

Mennea è stato uno dei migliori talenti che l'atletica azzurra abbia mai ricordato: ancora detentore del primato europeo sui 200 metri con quel 19"72 che, dal 1979 al 1996, gli era valso il primato mondiale. Tantissime medaglie e successi per il campione azzurro coronati dalla medaglia d'oro delle Olimpiadi di Mosca nel 1980. Fu il primo atleta a raggiungere la finale di specialità in quattro diverse Olimpiadi.

Ma Mennea non era solo un grande campione di sport: conseguì quattro lauree in Scienze Politiche, Scienze Motorie, Lettere e Giurisprudenza. Era avvocato ed è stato anche membro del Parlamento Europeo. Intraprese anche la strada dell'insegnamento universitario per la cattedra di  Legislazione europea delle attività motorie e sportive.

Insieme alla moglie Manuela Olivieri nel 2006 aveva istituito la "Fondazione Pietro Mennea" che si occupava di sostenere la ricerca medico-scientifica nell'ambito sportivo e culturale con una particolare attenzione alla lotta contro il doping.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si trovava a Milano per impegni istituzionali ed è rientrato subito nella capitale disponendo l'allestimento della camera ardente proprio nella sede del Coni.

Tutto il mondo dell'atletica con a capo Alfio Giomi, presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera, ha mostrato profonda partecipazione per la scomparsa di Pietro Mennea e si è stretto intorno alla famiglia.