Il match di eri sera allo stadioMeazza tra l'Inter e il Tottenham mi ha ricordato una frase in cui credo "Nellavita c'è qualcosa di peggio di non essere riusciti in qualcosa, è il rimpiantodi non averci neanche provato".

Da questo punto di vista lasquadra nerazzurra esce a testa alta dalla "Cindarella's Cup", perché dopo ildisastro di White Hart Lane, ove la qualificazione era stata largamentecompromessa, l'undici di Stramaccioni è arrivato a un passo dal clamorosoribaltone.

Contro un avversario orfanodella stella Bale e sceso in campo forsecon troppa sufficienza, si è vista una squadra che ha fatto la partita per granparte del match tempi supplementari inclusi, anche se ha pagato a carissimoprezzo quei cinque minuti di black out all'inizio del primo tempo supplementarenel quale la squadra ospite ha costruito quattro azioni da goal concretizzandocon Adebayor l'ultima di queste segnando la rete che risulterà poi decisiva.

Va comunque dato merito allasquadra del presidente Massimo Moratti di non aver desistito neanche in quel frangentee dopo qualche attimo di comprensibile scoramento aver trovato il goal dellasperanza con Alvarez a dieci minuti dal termine del match. Gli ultimi assaltisono stati però senza esito e così per questa stagione è addio all' Europa.

Note positive della serata iltalento e la grande personalità di Kovacic e un Cassano in gran spolvero.

Unico club italiano rimasto inlizza nella competizione è quindi la Lazio che completa senza particolari difficoltà la praticaqualificazione grazie a un Libor Kozak che in Europa Legue sta segnando concontinuità impressionante 10 reti in 9 gare con una media realizzativaimpressionante: una rete ogni 55 minuti, numeri da grande attaccante, peccatoche in campionato non abbia ancora trovato la via della rete. Insomma, con ledovute proporzioni sembrerebbe quasi che nel nostro paese dopo Zbigniew Bonieka distanza di trent'anni sia arrivato un altro "bello di notte".