Il Grande Inverno è arrivatoanche al Giro. Ironia della sorte ha voluto che a vincerlo fosse un sicilianoabituato a tutt’altra temperatura, perlomeno a casa.

La ventesima è una tappadi altri tempi o forse di altra stagione, con la neve negli ultimi chilometri afare non solo da contorno ma da protagonista nella competizione, come si potevavedere sui caschi e maglie dei corridori, senza tralasciare il pubblico a bordostrada che ha passato l’intera giornata ad aspettare il passaggio dei lorobeniamini. Lo Squalo, Vincenzo Nibali(Astana) taglia in solitaria il traguardo delle Tre Cime di Lavaredo e si aggiudica la novantaseiesima edizionedella Corsa Rosa.

Il corridore dell’Astana havoluto porre il sigillo finale sulla corsa scattando a meno di 3 km daltraguardo. Il fulcro della tappa è stato proprio qui, tenta diversi allunghipoi trova quello giusto, raggiunge il fuggitivo Eros Capecchi (Movistar) che aveva contrattaccato ad una fugaprecedente e si invola verso il traguardo. Da quel momento non c’è da fare piùnulla per gli inseguitori, il distacco arriva anche a 30 secondi.

Sono solo trechilometri ma non passano proprio, oltretutto sotto la sferzante tempesta dineve. Ci hanno provato i due colombiani, CarlosAlberto Betancur Gomez (AG2R La Mondiale) e RigobertoUran Uran (Sky Procycling) raggiunti poidal connazionale Fabio Andres DuarteArevalo (Colombia).

Cambia poco a livellodi classifica generale se non che l’australiano Cadel Evans (BMC) perde una posizione rispetto al colombiano delTeam Sky. Neanche Michele Scarponi(Lampre – Merida) - insieme al compagno di squadra Przemyslaw Niemiec – riesce a colmare il distacco con il corridoreaustraliano che scivola al terzo posto del podio.

Al marchigiano rimane lamezza delusione di essere arrivato un’altra volta ad un passo dal podio.

Per quanto riguarda lo Squalodello Stretto, non si può dire nulla, ha saputo amministrare bene il vantaggiodurante tutto il Giro, segnato anche dal ritiro importante di Bradley Wiggins (Sky Procycling), dandoprova nella tappa odierna, se anche ce ne fosse stato bisogno, dellasuperiorità dell’atleta e la sua definitiva affermazione come vincitore di garea tappe. Lo aspettiamo per una partecipazione futura anche al Tour de France, dove le salite sonomeno dure e di neve a luglio, per ora, non se n’è ancora vista.