E' successo in Brasile, nel Nord-est dello stato, a Maranhao, una cittadina molto povera, durante un match di calcio tra dilettanti: un giovane arbitro di 20 anni, Otavio Jordao da Silva, ha espulso un calciatore che ha protestato vivacemente con il direttore di gara. L'arbitro ha estratto un coltello dai pantaloncini e l'ha colpito al petto.
E' quanto riportato da tutte le agenzie stampa ma questo è solo l'inizio della mattanza: il giovane direttore di gara ha cercato subito di scappare, ma il clima era funesto e l'odore di tragedia ormai s'era sparsa nell'aria.
La folla di tifosi, già furibonda con l'arbitro per come stava andando il match, non ha esitato ad invadere il campo alla vista del violento gesto accaduto, per il quale il calciatore è morto poco dopo.
E' scattato il linciaggio. Nella folla c'erano anche i parenti del calciatore, i quali non si sono certo astenuti dal farsi giustizia personale. Il giovane arbitro è stato violentemente picchiato ed immobilizzato, dopodichè è stato decapitato in campo.
Alcune fonti rivelano che il corpo è stato successivamente smembrato e la testa sia stata esibita come trofeo su un palo, a bordo campo. Calcio e violenza in Brasile sembrano davvero andare di pari passo in tempi recenti, non bastavano le furiose contestazioni, con decine di feriti fuori dagli stadi, durante la Confederations Cup, ora quest'assurda vicenda potrebbe aggiungere ulteriore fango verso una nazione che dimostra gravi problemi sociali, ma anche verso uno sport che è sempre più cronaca di violenza che non di spettacolo calcistico.