Che ne sarà del ciclismo, preda di quella che ha tutta l'aria di essere una lunga, ma inesorabile agonia? Riuscirà mai a risollevarsi, a sconfiggere quella, che in maniera sempre più palese, pare proprio una epidemia incurabile?. Da Armstrong in avanti nulla è più certo. Solo sospetti, dubbi e confessioni di avere fatto uso di sostanze dopanti. Dai vincitori delle grandi corse a tappe a quelli che hanno trionfato nelle grandi classiche di un giorno, tutti inevitabilmente hanno suscitato e suscitano perplessità; saranno stati veramente i più forti o solamente i più furbi, i più subdoli?
Nessun ordine di arrivo pare più affidabile, credibile.
Ma così si uccide uno sport tra i più belli e affascinanti, che tanti miti e leggende ha creato, che tante eroiche imprese ha mostrato. Come è possibile ridurre in questo stato uno sport pieno di fatica e fascino? Purtroppo si sta rivelando possibilissimo, da quando è stato affidato a dirigenti dissennati e amorali, interessati solo al business economico, a portarlo ovunque nel mondo per ricavarne sempre maggiori profitti, anche là dove una bicicletta da corsa non l'hanno mai vista. Quello che solo conta è realizzare sempre maggiori introiti di denaro.
Coloro che sono demandati a dirigerlo non solo non combattono lo straripante uso di sostanze proibite, bensì fingono di non sapere o addirittura coprono e proteggono chi bara.
Si pizzica qualcuno, una volta tanto, per dare l'impressione che si controlla e tutto rimane inalterato. L'importante è che lo spettacolo continui e divenga sempre più business economico, spettacolo profumatamente pagato da sponsor e mezzi di comunicazione.
Partendo da questo presupposto perfino il calendario annuale del ciclismo viene stravolto. Grandi classiche di un giorno, corse mitiche, che hanno fatto epoca, scompaiono o si accavallano con altre di nuova istituzione in continenti quali l'Asia e l'Africa, che hanno solo il merito di gonfiare gli introiti dell'UCI. Che delusione, che squallore! Il potere del denaro è immenso e inarrestabile, contamina e dissacra tutto, alla faccia dell'onestà, delle lealtà, del rispetto degli avversari nonchè dell'etica e della morale.