Il personaggio lo conosciamo bene ed è di quelli che non vanno molto per il sottile e non amano la diplomazia. Mark Cavendish ha sparato dritto sulla Vuelta Espana, una corsa stupida secondo il campione britannico della Etixx Quickstep, che infatti non partecipa più alla corsa a tappe iberica da quattro anni e non ha nessuna intenzione di tornarci in futuro. Il motivo della presa di posizione di Cavendish sono le tante, troppe salite, inserite nel percorso della Vuelta, davvero estremo.

La Vuelta è diventata stupida

Mark Cavendish ha scelto una strada ormai consueta per il suo finale di stagione, il Tour of Britain.

Una corsa a tappe di una settimana che gli consente di prepararsi ai Mondiali, che quest’anno torneranno ad essere roba anche per lui, e cercare di segnare qualche vittoria. Intervistato al termine della prima tappa, dopo essere stato battuto da Elia Viviani allo sprint, Cavendish è stato molto chiaro sul perché non sta correndo alla Vuelta Espana, che dopotutto è il terzo grande giro della stagione: “La Vuelta è diventata una corsa stupida, ci sono undici arrivi in salita quest’anno” ha sbottato Cavendish “Una cosa per gli spettatori: i velocisti non sono cattivi corridori, non c’è bisogno di andare forte in salita per fare una bella corsa”.

E poi Cavendish ha rincarato la dose palesando quello che secondo lui è il vero motivo per cui tanti campioni vanno alla Vuelta Espana: “Solo chi è caduto al Tour de France vuole andare alla Vuelta, altrimenti non ci vorrebbe andare nessuno.

Il Tour of Britain è la corsa migliore per preparare il Mondiale e spero che resti così com’è senza diventare pazzi come alla Vuelta altrimenti i corridori smetteranno di venire”.

Gli eccessi della Vuelta Espana

Cavendish ha parlato con la sua classica franchezza di qualcosa che molti pensano: la Vuelta Espana sta andando troppo in là, sta trasformandosi in un circo alla ricerca di un’asticella da piazzare sempre più in alto.

Erte sempre più ripide, sempre più estreme, rampe di garage più che salite.

La collocazione in calendario e l’acquisizione della società organizzatrice da parte di Aso (la società del Tour de France) l’hanno molto favorita. Chi fa il Giro d’Italia ha nella Vuelta la naturale prosecuzione della stagione, e chi deve ritirarsi al Tour ha un’occasione di far passare in attivo la stagione.

Questi fattori hanno portato alla composizione di una starting list eccezionale nelle ultime edizioni, ma non sempre lo spettacolo è stato pari al parterre de roi di campioni al via. Lo ha dimostrato anche questa edizione, dove molti campioni sono arrivati stremati dal Tour, come Valverde o Quintana, mentre il percorso ha sempre ridotto la corsa ad una battaglia sull’ultima rampa di garage della tappa. E senza dimenticare le continue pecche, anche molto gravi, nell'organizzazione.