Il mondo del Ciclismo professionistico è nuovamente al limite della spaccatura. Motivo della contesa è sempre la riforma del World Tour, la massima serie del ciclismo,che da quando è entrata in vigore nel 2005 (allora con il nome di Pro Tour) ha generato una lunga guerra di potere ancora in corso. La Federazione internazionale ha programmato, per il 2017, l’introduzione di una serie di novità che non sono piaciute all’Associazione degli organizzatori, guidata dalla potentissima Aso, la società del Tour de France.

La guerra ASO – UCI per il controllo del ciclismo

Da ormai un decennio va avanti la guerra di potere nel ciclismo professionistico tra l’Uci (la Federazione internazionale) e l’Aso (la società organizzatrice del Tour e di tante altre corse), a partire dall’introduzione nel 2005 del circuito Pro Tour che racchiudeva tutte le corse più importanti. Aso ritirò poi le proprie corse dal Pro Tour, fino ad una riconciliazione da cui nacque il nuovo World Tour. Ma ora con la riforma voluta dall’Uci la guerra è ripresa. La riforma vorrebbe rivoluzionare il calendario dal 2017, con l’ingresso di nuove corse e l’inserimento di nuove regole per le squadre, che avranno un limite massimo di corridori e le licenze assegnate per un periodo triennale.

La proposta: i grandi giri con squadre da otto corridori

L’associazione degli organizzatori ha rigettato la riforma studiata dall’Uci, proponendo altre misure da attuare. Tra queste il limite di corridori che ogni squadra potrà schierare nei grandi giri, che scenderebbe da nove a otto atleti. Per le altre gare a tappe l’associazione propone invece un abbassamento a sette corridori per squadra.

Aso regge le redini dell’associazione: lo statuto prevede che per ogni corsa organizzata si possa esprimere un voto e grazie alle sue decine di gare la Aso controlla di fatto l’associazione, proponendosi così come un potentissimo "contropotere" in contrapposizione a quello che dovrebbe essere il governo del ciclismo, la Federazione.

Già in estate si era arrivati ad un passo dalla spaccatura tra Federazione e organizzatori. Poi la situazione sembrava essersi ricomposta con l’annuncio della riforma durante i Mondiali di Richmond. Ma ora la Aso è di nuovo sul piede di guerra.

La società francese gestisce direttamente Tour, Vuelta, Roubaix, Liegi, Freccia Vallone, Parigi-Nizza eDelfinato: praticamente mezzo World Tour più tante altre corse “minori”. Un accordo con RCS (Giro, Sanremo, Lombardia, Tirreno), o un’alleanza, permetterebbe la creazione e gestione di un calendario completamente svincolato, con tutto quello che si può considerare il grande ciclismo: per ora è fantasia, ma il futuro potrebbe riservare delle sorprese.