Anche in questo periodo di pausa della stagione agonistica, le attenzioni del mondo del ciclismo continuano ad essere incentrate su Tadej Pogačar, sui suoi programmi e le mille curiosità che girano attorno alla sua vita. Nelle ultime settimane è stato pubblicato un libro sul campione del mondo, ad opera del giornalista Andy McGrath, già autore di altri lavori dedicati a campioni del ciclismo e firma di giornali come The Telegraph e The Guardian.
Pogačar non ha collaborato alla stesura del libro, che è di fatto un lavoro di inchiesta realizzato attraverso vecchie interviste con il campione e tanti incontri con persone che hanno condiviso con lui una parte del percorso umano e sportivo.
McGrath è stato in Slovenia, dove ha incontrato i tecnici che hanno conosciuto il giovanissimo Pogačar ai suoi approcci con il ciclismo. Il giornalista si è detto stupito dalle testimonianze raccolte, e dal fatto che nessuno si fosse reso minimamente conto, neanche con i test effettuati, dello straordinario talento del futuro dominatore del ciclismo mondiale.
"La UAE si comporta diversamente dal Team Sky"
Per scrivere il suo libro su Tadej Pogačar, dal titolo "Unstoppable", Andy McGrath ha fatto visita a Komenda, in Slovenia, il paese natale del campione, alla ricerca delle sue radici. Il giornalista ha raccontato che le doti innate di Pogačar non sono emerse subito. "Ciò che ho trovato interessante è che, intervistando gli scienziati sportivi che lo hanno testato quando aveva 16 anni, non si è scoperto che fosse qualcosa di speciale a livello nazionale, figuriamo per il resto d'Europa" ha raccontato McGrath.
"Poi è cambiato completamente fisicamente, ma questo gli ha causato molta sofferenza" ha aggiunto l'autore del libro.
McGrath ha raccontato di aver osservato attentamente la UAE nel corso dell'ultimo Tour de France e di essere rimasto sorpreso dall'ambiente che ha trovato in uno dei momenti topici della corsa. "Sono la squadra numero uno al mondo, ma non si comportano in quel modo. Quando si va al pullman della squadra, è tutto molto diverso da come era il Team Sky" ha testimoniato McGrath.
"Sono andato all'autobus durante il Tour de France di quest'anno, la mattina dopo l'incidente di Pogačar. Era la tappa di Hautacam, dove avrebbe poi vinto definitivamente il Tour. Ma nessuno sapeva come stava, come sarebbe stato, se sarebbe stata la fine della sua sfida al Tour?
Ma erano semplicemente super rilassati. Riuscivo a sentire la canzone Don't Stop Believin' dei Journey provenire dall'autobus" ha raccontato McGrath.
"Pogačar emana un grande carisma"
Il giornalista ha spiegato che il successo di Pogačar deriva, oltre che dalle straordinarie prestazioni e vittorie, anche dal carisma che riesce a trasmettere. "Lo vedi alle gare circondato dall'entourage di un campione", ha dichiarato McGrath.
"Ha davvero quell'aura alla Merckx, come se fossi in presenza di qualcuno di speciale. Lo ricordo mentre entrava nella conferenza stampa della Strade Bianche nel 2024. Ci ha aiutato il fatto che fossimo in questo palazzo medievale, ma lui emanava un grande carisma. Non si trovano la Beatlemania o la Taylor Swiftmania nel ciclismo professionistico, ma questa è la cosa più vicina che abbia mai visto" ha commentato McGrath.