Contento, ma non pienamente. Così Alberto Contador manda in archivio la sua stagione 2015, quella in cui ha tentato l’accoppiata storica Giro d’Italia – Tour de France, fermandosi però alla vittoria nella corsa rosa. Ma nella lunga intervista concessa a Cyclingnews, la dichiarazione più sorprendente e che farà discutere è quella relativa ai più grandi avversari della sua carriera. Pur riconoscendo la forza straordinaria di Chris Froome, Contador crede che Andy Schleck, pur avendo vinto solo un Tour a tavolino, sia stato l’avversario con più talento che abbia mai incontrato.

Contador: Schleck era la classe

La rivalità tra Contador e Andy Schleck ha animato la fase centrale della carriera del fuoriclasse spagnolo. Una rivalità che sembrava promettere anni di grandi sfide, rivalità solo sportiva visto che tra i due c’è sempre stata molta amicizia. Invece il veloce declino del corridore lussemburghese, già sceso di bicicletta prima dei trent’anni, ha troncato subito il duello. Ma Contador non ha dimenticato il valore di Schleck, o almeno il suo potenziale, rimasto in parte inespresso: “Froome è il corridore più difficile che ho affrontato, ma in termini di talento Andy Schleck credo che fosse superiore. Lui era la classe. Era alla Saxo prima di me, quindi conosco un po’ i suoi allenamenti, posso dire che lui aveva una super classe” racconta Contador, che però ricorda anche uno dei punti vulnerabili di Schleck: “Nelle crono avevo un vantaggio su di lui, così non è con Froome.

Se si tratta di una crono difficile non ci sono grossi problemi, ma nelle crono da 55 all’ora non posso competere con Froome”.

Un Giro più duro del previsto

Contador è poi tornato sull’attacco fallito alla doppietta Giro – Tour. Il vero problema per lo spagnolo è stata la difficoltà con cui ha dovuto gestire il Giro d’Italia. Contador ha speso al Giro più delle energie previste e questo gli ha impedito di essere realmente competitivo al Tour de France. “Non era una questione di testa, al Tour ero completamente concentrato, ma non ero al mio livello. Al Giro d’Italia la Astana ha reso la corsa davvero difficile, e poi forse è stato un errore correre ancora tra Giro e Tour”. Contador ha spiegato che è stata soprattutto la tappa del Mortirolo, in cui si è trovato ad inseguire da solo Landa e Aru, a rimanere nelle gambe: “Insieme alla tappa di Gardeccia del Giro 2011 è stata la tappa più dura della mia vita. A fine tappa non stavo così male, ma più tardi ho vomitato. Ero andato al limite per troppo tempo”.