Dopo la finale di Western Conference della scorsa stagione, nessuno si sarebbe aspettato quello che è accaduto oggi a Houston. I Rockets hanno esonerato il tecnico più vittorioso della loro storia, Kevin McHale, che paga un inizio di stagione davvero poco esaltante: 7 sconfitte su 11 partite disputate. La decisione è statapresa dalla dirigenza nella mattinata di oggi visto che la squadra è ampiamente fuori dalla zona playoff. Il tempo per recuperare c'è ma McHale non sembrava più la guida ideale per la squadra.

La panchina all'assistente

Dopo l'esonero, la panchina è stata affidata al primo assistente di McHale, JB Bickerstraff visto che già questa notte ci sarà la sfida con iPortland Trail Blazers.

Nei prossimi giorni vedremo se JB sarà ritenuto all'altezza e siederà definitivamente in panchina, oppure sarà scelto qualcun altro.Sicuramente i Rockets non potranno fare follie visto che comunque saranno costretti a pagare lo stipendio da 12 milioni di dollari all'ormai ex coach per tutta la stagione.

Il playmaker non è bastato

Già dall'anno scorso McHale chiedeva alla dirigenza un playmaker di spessore per far fare a Houston il salto di qualità. In estate era stato accontentato ed era stato ingaggiato Ty Lawson. L'ex di Denver in questo inizio di stagione nonha ripagato mai le attese ed è sembrato spesso l'anello debole della squadra insieme ad una difesa davvero allo sbaraglio. Subito dopo il comunicato dei Rockets, la stampa texana ha puntato il dito contro lo spogliatoio, che ha avuto un ruolo fondamentale nella decisione.

Per molti, la vera causa dell'esonero è stato l'incrinarsi del rapporto con due giocatori simbolo della squadra: James Harden e Dwight Howard. Il capitano, nonostante la media punti abbastanza alta, non è sembrato lo stesso giocatore soprattutto dai tre punti mentre il pivot non ha mai avuto un ottimo rapporto con McHale. Il coach gli ha sempre imputato di marciare sui molti problemi fisici accusati nel corso della stagione e appena c'è stata l'occasione Howard ha spinto per l'esonero.