C'era una volta Rafael Nadal, tennista che dalla piccola Maiorca si catapultò sull'Olimpo del Tennis, dominando qualsiasi avversariosulla terra rossa, vincendo tutti i titoli dello Slam durante la carriera e restando numero 1 al mondo per un totale di 142 settimane. L'uso delverbo al passato è d'obbligo visto che irisultati dei primi torneidella stagione sulla terra hanno certificato la crisi del campione spagnolo.

Due sconfitte dolorose a Buenos Aires e Rio

L'Open di Argentina aveva fornito i primi indizi. Nadal si presentava a Buenos Aires da campione uscente, ma dopo un percorso piuttosto agevole fino alla semifinale, sbatté contro il giovane e ambizioso Dominic Thiem.

Nel penultimo atto del torneoNadal non era riuscito a incidere con il suo dritto mancino, finendo con l'arrendersi alle bordate di Thiem, poi vincitore del torneo stesso. In conferenza stampa il maiorchino si presentò deluso ma allo stesso tempo convinto di aver ripreso confidenza con la sua superficie preferita in vista del successivo, e più importante, torneo di Rio de Janeiro. In Brasile Nadal si è presentato ancora una volta come favorito assoluto e ha rispettato i pronostici annichilendo Carreno Busta e superando in scioltezza il temibile Almagro. Al momento della semifinale, proprio come lo scorso anno, Rafa è però uscito sconfitto. Nel 2015 fuun grandissimo Fabio Fogninia negargli l'ultimo atto di Rio, questa volta il più modesto Cuevas.

Quando si vede Nadal giocare due o tre metri dietro la linea di fondo campo contro un giocatore a lui nettamente inferiore è inevitabile che suoni un campanello d'allarme.

Fisico usurato, dritto "tenero" e tattica senza variazioni

I motivi che si celano dietro a questa irreversibile crisi di gioco e di risultati potrebbero essere molti, ma osservando i match di Rafa si possono quantomeno valutare i più evidenti.

Innanzitutto il gioco di Nadal, basatosi da sempre sull'esplosività della difesa e sulla potenza del contrattacco, ha subito un inevitabile calo fisiologico dovuto ai recenti problemi fisici e alla carta d'identità che ora indica29 anni. Se la difesa nonostante tutto continua a essere una delle migliori del circuito, la poca profondità trovata da Nadal con il dritto, quello che una volta era il suo colpo migliore, porta a una difficoltà nel mettere pressione all'avversario.

Lo spagnolo di conseguenza fatica a mettere i piedi dentro al campo per garantirsi colpi vincenti. La mancanza di soluzioni alternative a questo tipo di gioco che lo ha reso celebre e a lunghi tratti imbattibile, risulta essere l'ultima grossa lacuna dell'attualeNadal. Insomma per arrivare in forma al Roland Garros, dove vorrà senza dubbio tornare a competere ad armi pari con gli altri campioni, a Nadalservirà un nuovo, o un vecchio formato disé stesso.