Oggi è un piacere avere qui con noi il Presidente del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) Giovanni Malagò, che in ESCLUSIVA abbiamo intervistato trattando diversi temi.

Buon pomeriggio Presidente, per prima cosa vogliamo chiederle quali sono a suo parere i pregi e difetti del sistema sportivo italiano.

Credo che lo sport rappresenti uno dei volti migliori del nostro Paese, un’eccellenza gratificata dai numeri e dai successi ottenuti nel mondo, come hanno confermato anche i Giochi di Rio 2016 e i risultati da record collezionati recentemente dagli sport invernali.

Il CONI è un modello di efficienza universalmente apprezzato, e voglio sottolineare che i dirigenti e i tecnici sono portabandiera di una tradizione che ci vede da sempre protagonisti. E’ ovvio che, oltre ai numerosi aspetti positivi, ci siano anche situazioni in chiaroscuro. Aspetti sui quali è necessario lavorare, in profondità, per promuovere una nuova mentalità. Siamo sulla strada giusta in diverse direzioni: negli ultimi anni abbiamo concretizzato delle riforme importanti, su tutte penso a quelle relative alla giustizia sportiva e all’antidoping, portato avanti un percorso virtuoso con il MIUR, implementando gli sforzi per la diffusione dello sport nella scuola primaria, e infine registrato come la percentuale di praticanti sportivi sia cresciuta di un punto e mezzo nell’ultimo anno e di 4,2 punti tra il 2013 e il 2016, aumentando in media di circa 1,4 punti percentuali all’anno.

Siamo un Paese che si occupa di tutte le discipline, aspetto che è stato esaltato – nelle scorse settimane – da un campione assoluto del canottaggio come Sir Steve Redgrave, in un’intervista rilasciata a 'La Repubblica'. E’ il concetto che promuove la diffusione dello sport nella sua accezione globale, da leggere come opportunità di sviluppo per il Paese.

C’è un atleta in particolare tra le nostre ‘eccellenze italiane’ che la ha particolarmente colpita per qualità umane e professionali?

I nostri campioni rappresentano un esempio di capacità e di applicazione, sono straordinari testimonial e punti di riferimento illuminanti per i giovani che si avvicinano al nostro mondo, sotto il profilo agonistico ma soprattutto valoriale.

Gioisco e soffro con loro, da primo tifoso e amico: per me sono tutti speciali. Per questo rispondo alla domanda dedicando un pensiero a due fuoriclasse assoluti che non ci sono più ma, grazie al patrimonio di gesta che ci hanno lasciato in eredità, continuano a costituire un motivo di orgoglio senza tempo, dal punto di vista tecnico e umano. Fausto Coppi, semplicemente il mito. Una leggenda intramontabile. Il secondo è Pietro Mennea, un autentico idolo: ha dimostrato che con abnegazione, lavoro e forza di volontà si può arrivare ovunque.

Analisi con Malagò

Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere entro fine 2017 (nel breve periodo) e nei prossimi 4 anni?

L’11 maggio sono in programma le elezioni per il rinnovo dei vertici del CONI e quello diventa un nuovo punto di partenza per sviluppare i programmi intrapresi e per continuare a crescere.

Conosco il percorso da compiere e ho in mente gli obiettivi da perseguire nel caso in cui il nostro mondo mi confermasse alla guida dell’Ente: sono certo che il futuro sia dalla parte dello sport. C’è un ministro, Luca Lotti, e siamo contenti perché in questi anni ha condiviso la nostra realtà. È la migliore garanzia per completare e per comprendere le istanze del movimento sportivo, operando anche sotto il profilo della necessaria armonizzazione normativa. Nei prossimi mesi, in attesa dei Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang, Milano si giocherà la possibilità di ospitare la sessione del CIO 2019 per certificare la credibilità sportiva e organizzativa dell’Italia a livello internazionale.

Ci sono tanti progetti in cantiere, tutti caratterizzati dalla volontà di rendere il sistema sempre più forte e avveniristico. Con passione, coraggio e trasparenza. Le parole d’ordine del quadriennio appena finito in archivio.