Proprio come per la Superbike e per la Supersport, anche il Campionato Europeo superstock1000 - edizione 2017 - nella sua prima tappa italiana, ad Imola, vede le bandiere rosse sconvolgere i fragili equilibri della gara, andando a favorire alcuni piloti e a metterne in difficoltà altri.

Nello specifico, diamo una valutazione a tutti quei nomi che si sono distinti in gara, e poi cerchiamo di capire chi comunque ha messo in campo una buona prestazione e chi invece ha sbagliato.

I migliori

Michael Ruben Rinaldi [10]

Chissà se si è accorto che ci sono state varie ripartenze: lui ad ogni semaforo verde è scattato benissimo, creando distacco già dai primi secondi.

Ma soprattutto, vista la gara in solitaria, chissà se si è accorto che c'erano anche altri piloti a correre con lui.

Roberto Tamburini [9]

Riesce a staccarsi dal pericoloso Razgatlioglu e dal vivace Sandi, ma non arriva a raggiungere Rinaldi per poter ambire alla vittoria. In ogni caso una prestazione di livello, importantissima per un campionato per il quale è come Forrest Gump: ancora in corsa.

Toprak Razgatlioglu [8,5]

Parte sempre bene ma mai benissimo, nonostante questo nega la tripletta italica sconfiggendo in bagarre Sandi e la sua BMW. Il suo mentore Sofuoglu in Supersport sta realizzando un recupero che è un po' un miracolo: a lui serve molto meno per puntare al titolo europeo.

Federico Sandi [8,5]

Lotta finché ne ha per il podio, dopo evita rischi inutili e conquista un quarto posto importante per la classifica e per il morale.

Migliore pilota di una BMW molto competitiva.

BMW [8,5]

Un'ottima prestazione per la casa tedesca, che combatte per il podio fino alla fine con Sandi, e che occupa importanti posizioni con Faccani (5°), Ferrari (6°), Suchet (7°) e Sanchioni (10°). A punti anche Vionnet (11°), Puffe (12°) e D'Annunzio (14°).

Mike Jones [8]

Per la seconda gara consecutiva viene coinvolto in una brutta caduta.

Qui però le bandiere rosse gli offrono l'occasione di rifarsi e, per niente scoraggiato o spaventato, si prende l'ottavo posto, aggiungendo l'Australia alla top ten e regalando un'ulteriore soddisfazione anche all'Italia visto che guida nientemeno che la Ducati.

Bene anche

  • L'Italia. Oltre ai piloti già citati, Cecchini finisce a punti, e Schacht porta la sua Ducati in nona posizione. In pratica c'è un po' di Italia in tutta la top ten: se non sono i piloti, è la moto, e, se non è la moto, è il team, come nel caso della Kawasaki del team Puccetti di Razgatlioglu.
  • Scott, che chiude la zona punti.

Male invece

  • Le Aprilia. Sia Vitali che Scheib erano molto competitivi su questa pista, ma entrambi non hanno concluso la gara.
  • La Francia. Non sappiamo se sia un caso oppure se si tratti di una velata protesta per l'esito delle elezioni, fatto sta che Marino e Guarnoni, i due talentuosi francesi della Stock1000, sono finiti a terra, concludendo la corsa con zero punti. Brutto colpo, ma non irrimediabile.