Dopo quasi tre mesi di assenza, fabio aru è tornato finalmente a correre al Giro del Delfinato e subito ha spazzato via perplessità e dubbi. In tutte e tre le tappe di montagna il campione sardo è stato tra i grandi protagonisti, dimostrando già una condizione brillante e tanta voglia di riscatto dopo una prima parte di stagione difficile. Aru ha concluso al quinto posto in classifica finale, a soli 5’’ dal podio e dando un apporto strategico fondamentale per la vittoria del compagno di squadra Jakob Fuglsang.

Aru: "Meritavamo questo risultato"

Il Giro del Delfinato ha ritrovato un grande Fabio Aru.

Il campione sardo non correva più dalla Tirreno Adriatico, quando era stato costretto al ritiro per un’influenza. Poi la caduta in allenamento e l’infortunio al ginocchio di inizio aprile lo avevano costretto ad un lungo stop e a saltare il Giro d’Italia. Questa lunga assenza e il cambio di programma in una stagione che sarebbe dovuta essere del rilancio dopo un 2016 opaco, stavano alimentando molte perplessità sul futuro prossimo di Aru e sulla sua partecipazione al Tour de France. Lo stesso corridore sardo ha ammesso di essersi avvicinato al ritorno in questo Giro del Delfinato con poche certezze. “Sono arrivato a questa corsa con molti dubbi perché la stagione non era stata fortunata con l’influenza e l’infortunio al ginocchio” ha spiegato Aru al sito ufficiale della Astana.

Invece dopo una buona cronometro, le montagne hanno riscoperto il vero Fabio Aru, brillante e sempre pronto ad attaccare. Il campione sardo ha scollinato davanti a tutti sul Mont du Chat nella sesta tappa, arrivando al quarto posto, ed anche nelle successive giornate di montagna ha dato seguito con delle prestazioni solide e andando ancora all’attacco.

Ieri ho attaccato con Valverde sulla Colombiere, mi sono detto di provare com’è la condizione - ha raccontato Aru -. Sono super felice per la vittoria di Jakub, perché lui e tutta la squadra meritavano questo grande risultato”.

Fuglsang: "Una tappa incredibile"

La corsa all’attacco di Fabio Aru è servita per testare la condizione ma anche per disegnare una strategia favorevole a Jakub Fuglsang.

Con una corsa esplosiva e Aru all’attacco insieme a Valverde, il corridore danese è potuto rimanere tranquillo fino a metà della salita finale, quando poi ha attaccato a sua volta andando a conquistare tappa e maglia gialla. “È stato incredibile, dall’inizio tutti hanno attaccato la maglia gialla - ha spiegato Fuglsang -. C’era una grande confusione, poi Fabio ha attaccato e le altre squadre hanno dovuto lavorare per chiudere il gap. Ho preso un grande vantaggio da questa situazione e nel finale quando ha attaccato Daniel Martin avevo le gambe per seguirlo. È incredibile, non riuscivo a credere a quello che stava succedendo” ha concluso il corridore danese.