Il Tour de France ha lanciato in maniera definitiva la carriera di Warren Barguil. Il corridore della Sunweb è stato uno dei grandi protagonisti della corsa, grazie a due vittorie di tappa, alla maglia a pois e al suo modo di correre aggressivo e coraggioso. Barguil è diventato uno degli uomini copertina del Ciclismo, conteso dalle più grandi squadre nel ciclomercato e richiestissimo dai giornali. In una lunga intervista concessa a L’Equipe, il corridore francese ha parlato del suo modo di interpretare il ciclismo e della contrarietà ad un’applicazione eccessiva della tecnologia.
Barguil: "Il piacere di correre all’attacco"
Warren Barguil si era già messo in luce all’esordio nel ciclismo professionistico vincendo due tappe alla Vuelta España. Quando però aveva cominciato la scalata ai grandi giri come uomo di classifica il francese si era bloccato, condizionato probabilmente più dal punto di vista psicologico che fisico. Stavolta si è avvicinato al Tour de France senza troppe pressioni e senza puntare alla classifica generale, anche a causa di un infortunio rimediato in primavera. Ha perso subito un quarto d’ora nella prima settimana, liberandosi del peso di dover fare classifica, e da lì ha cominciato una corsa nuova, sempre all’attacco nelle tappe di montagna.
Barguil ha vinto due tappe e la maglia a pois, trovando una dimensione che si era intuita all’esordio nel grande ciclismo.
Il fattore chiave per il rilancio è stato probabilmente il diverso modo di interpretare le corse, come ha spiegato il corridore in un’intervista a L’Equipe. “Quest’anno ho riscoperto il piacere dei primi anni della carriera, quando non c’era bisogno di conoscere i watt per andare all’attacco al Tour de France” ha raccontato Barguil, che si è schierato apertamente contro l’uso esasperato dei numeri e della tecnologia applicata al ciclismo.
“La gente che ama il ciclismo non vuole vedere delle corse dove tutto è calcolato dai misuratori di potenza e io vorrei che le cose potessero cambiare” ha spiegato Barguil.
"Un Mont du Chat magico"
Barguil ha cominciato a svoltare dopo il Tour dello scorso anno, non solo per il 23° posto in classifica, ma anche per le sensazioni lasciate da quella corsa.
“Ho passato dei momenti difficili, mi sono reso conto di dover cambiare le cose” ha ricordato Barguil. “Sono quei momenti in cui ti interroghi. Quest’anno ho capito di trovare più fiducia in me correndo all’attacco. Quando mi difendo mi convinco che non posso stare con gli altri” ha continuato il corridore francese, che poi a sorpresa ha indicato nella tappa del Mont du Chat, quella persa al fotofinish da Uran, il momento più esaltante del suo Tour. “Stranamente le vittorie non sono i miei momenti migliori di questo Tour de France, ma è la tappa di Chambery: guidare la corsa sul Mont du Chat è stato magico, improvvisamente mi sono sentito importante” ha spiegato Barguil, confermando quanto peso abbia avuto l’aspetto psicologico su questo suo rilancio.
Via dalla Sunweb?
Le prestazioni di Barguil al Tour de France hanno messo il corridore francese al centro del ciclomercato. Con la Sunweb c’è già un contratto firmato per il 2018, ma la squadra ha fatto sapere che non si opporrebbe ad una sua partenza, anche per non creare rivalità con Tom Dumoulin che è già stato blindato fino al 2022. Su Barguil ci sono la Sky e la Astana, che dovranno sostituire Landa e Aru, ma al momento sembra più probabile la pista francese. Sia la nuova squadra Vital Concept che esordirà nella prossima stagione che la Fortuneo-Oscaro sembrano destinazioni molto gradite.