Roger Federer ha vinto la 131^ edizione dei Championship, battendo Marin Cilic, festeggiando così il suo 19° titolo nello Slam (record di sempre), e trionfando per l'ottava volta a Wimbledon, primo tennista nella storia a raggiungere questo traguardo. L'atleta svizzero ormai è una leggenda del mondo dello sport, come Michael Phelps o Michael Jordan. Con il punteggio di 6-3, 6-1, 6-4, "Re Roger" è entrato definitivamente nella storia: nonostante un risultato così netto e limpido, le prime fasi del match non sono state così semplici per l'elvetico.

Cilic è partito davvero forte, mettendo in mostra un Tennis aggressivo e veloce che gli ha procurato una palla break non sfruttata già sul 2-1.

Nonostante ciò, nel gioco successivo Federer ha ottenuto tre palle break, e ha strappato il servizio al croato infilando un parziale di 11-0, e chiudendo velocemente il set con un altro break per il 6-3 finale. Il secondo set è iniziato con l'asso svizzero che ha tenuto il game a zero e che, soprattutto, ha sottratto nuovamente il servizio all'avversario: in pochi minuti il campione di Basilea è passato sul 3-0 ma, sul cambio di campo, Cilic ha chiesto l'intervento del medico. Le immagini hanno mostrato il tennista 28enne in lacrime che, tuttavia, ha voluto riprendere prontamente la sfida.

Il secondo set si è chiuso sul 6-1 in 25' con lo svizzero perfetto e il croato che, invece, si è rivolto nuovamente al medico per un problema alla pianta del piede sinistro. Dopo un anti-dolorifico ed un bendaggio, si è ripartiti con un Cilic molto determinato e un Federer quasi sottotono, ma sul 3-3 e in una fase di equilibrio, due errori del tennista di Medugorje hanno consegnato il break all'elvetico che, nel frattempo, ha alzato gli occhi al cielo per controllare che non stesse per piovere.

Ma ormai non c'era più tempo per i dubbi e, al secondo match point, Federer ha chiuso il confronto con un ace e, per l'ennesima volta, ha scritto la storia del tennis. Quest'anno l'asso elvetico ha dominato a Wimbledon, non perdendo nemmeno un set (come fece Borg nel 1976), mostrando un un gioco vario, aggressivo e d'attacco.

Un campione rigenerato che si è regalato il secondo titolo dello Slam dell'anno, dopo gli Australian Open vinti a gennaio su Rafa Nadal. Quest'ennesimo trionfo lo proietta, a quasi 36 anni, al numero 3 della classifica mondiale. Leggendario.

Garbine Muguruza, invece, nonostante la giovane età è ormai una certezza in ambito femminile, in un momento di transizione in cui si cerca disperatamente l'erede di Serena Williams. La spagnola si è confermata atleta delle grandi occasioni, dimostrando che la vittoria di Parigi dello scorso anno contro Serena non è stata frutto di fortunate coincidenze. Bella, elegante, con grande potenza e personalità, la ventitreenne venezuelana naturalizzata spagnola ha innalzato il suo livello di gioco lungo le due settimane londinesi, tenendo il meglio del suo repertorio per semifinale e finale.

Ha schiantato la Rybarikova con un doppio 6-1, e si è presentata sul Centrale di Wimbledon con la ferma intenzione di battere la maggiore delle sorelle Williams. Il suo braccio non ha tremato, nonostante qualche errore di troppo nei primi giochi col diritto. Venus ha provato a scrivere una favola e ha cercato di rivincere uno Slam 17 anni dopo la prima vittoria, ottenuta proprio a Londra nel lontano 2000. Stiamo parlando di un'altra epoca, di un altro tennis modificato proprio dalle sorelle Williams e dalla loro strabordante potenza all'inizio del terzo millennio.

Ma contro la spagnola, la "Venere Nera" è rimasta in partita fino al 5-4 e 15-40 servizio Muguruza, con due set-point a disposizione.

Svanita l'occasione e subito il break da Garbine al successivo turno di servizio, dopo aver perso il primo set 7-5, la Williams è letteralmente sparita dal campo. Grazie alla sua determinazione ed atleticità, la tennista 23enne non ha avuto esitazioni, ed ha infilato un cinico e pesante 6-0 all'americana: Venus si è dovuta inchinare agli anni che passano e al nuovo che avanza.

Garbine Muguruza è una campionessa, su questo non ci sono dubbi, il suo problema è la continuità. Chissà se questa vittoria le darà lo slancio per essere determinata e concentrata anche nei tornei meno importanti, con l'obiettivo di diventare la nuova numero uno del tennis femminile.