Dopo la gara epocale di alcune settimane fa in Austria con tanto di fuochi d’artificio tra Dovizioso e Marquez, quella di Silverstone a molti sarà parsa una corsa un po' noiosa ma non per questo meno importante.

Dopo la fuga iniziale alla Lorenzo da parte di Rossi e l’epilogo sfortunato della gara di Marquez, causa cedimento meccanico, non ci sono state altre grandi emozioni visto che la vittoria di Dovizioso in sella alla Desmosedici senza ali (ma pareva che volasse), dal di fuori è parsa quasi una questione di ordinaria amministrazione.

Ma quali sono le ragioni della competitività della Ducati GP17?

La storia parte da lontano, la tradizione del marchio di Borgo Panigale è sempre stata sinonimo di competizione ad alto livello e all’origine dei successi odierni c’è l’eredità del lavoro svolto in passato da uomini di talento come Fabio Taglioni e Filippo Preziosi.

Fabio Taglioni è l’artefice dello sviluppo, a metà degli anni cinquanta, del motore Desmodromico

Caratterizzato dal sistema di distribuzione senza molle per il controllo delle valvole, che offre il vantaggio una volta domate le inerzie in gioco, di controllare direttamente con molta precisione ogni fase del movimento delle valvole consentendo elevati regimi di rotazione.

Taglioni utilizzò anche il famoso telaio a traliccio divenuto poi uno dei punti cardine dell’immagine Ducati.

Filippo Preziosi ha progettato molte delle moto vincenti di Borgo Panigale

Per esempio la GP7 con cui Casey Stoner vinse il titolo mondiale nel 2007 dopo 33 anni dall’ultimo successo di una casa italiana.

Sua anche la successiva GP9 che affinava il concetto in cui il motore portante al centro fungeva da telaio al quale erano ancorati il semitelaio posteriore (sella e pedane) oltre al forcellone posteriore, mentre il semitelaio anteriore in carbonio svolgeva anche funzione di Airbox.

Gigi Dall’Igna aveva già dimostrato il suo talento negli anni in Aprilia

A lui va sia il merito di aver riorganizzato il reparto corse (negli anni dopo l’era Stoner aveva passato momenti poco brillanti), sia di aver riprogettato il prototipo di Borgo Panigale prendendo spunto da quanto lasciato in eredità da Preziosi pur utilizzando soluzioni più convenzionali per quanto riguarda il telaio ma non escludendo che la filosofia del motore portante possa essere oggetto di ulteriore studio in futuro.

Ducati infatti per competere con colossi del calibro di Honda e Yamaha non può limitarsi, diceva Preziosi, semplicemente a cercare di emulare le soluzioni della concorrenza che impegna risorse ingentissime per ricerca e sviluppo.

Deve saper valorizzare l’estro creativo di tecnici capaci di trovare soluzioni vincenti anche esplorando nuove direzioni progettuali come per esempio le appendici aerodinamiche di queste ultime stagioni.

Dovizioso è ora un pilota completo

Per quel che riguarda la pista, le cinque stagioni passate in Ducati hanno evidenziato la metodicità di Andrea Dovizioso, bastava seguire le sue indicazioni ma per ottenere i risultati oggi sotto gli occhi di tutti forse è dovuto arrivare Lorenzo.

La Desmosedici GP17 non è ancora la moto perfetta

Ha raggiunto un però un grado di maturità e affidabilità invidiabili anche dalla blasonata concorrenza che, per rincorrere le prestazioni del propulsore Ducati ha dovuto pagare qualche dazio. E allora sogniamo ad occhi aperti!