Non era mai arrivato neanche tra i primi cinque in passato, ma la Parigi Roubaix doveva prima o poi entrare nella bacheca personale di Peter Sagan. Il tre volte Campione del Mondo ce l’ha fatta quest’anno con una corsa memorabile, con un attacco da lontano che ha regalato spettacolo ed emozioni forti. Sagan ha sorpreso gli avversari a più di 50 chilometri dall’arrivo, trovando poi l’inattesa collaborazione di Silvan Dillier, in fuga fin dalle prime fasi della corsa e poi superato nello sprint finale nel leggendario velodromo di Roubaix.

Sagan: ‘Ho colto l’occasione’

Dopo una settimana di vibranti polemiche per le dichiarazioni post Giro delle Fiandre, in cui accusava le squadre avversarie di correre contro di lui, Peter Sagan ha risposto sul campo alla Parigi Roubaix con una prestazione da campione vero. Stavolta il tre volte iridato non ha corso d’attesa, cercando così di sfuggire al marcamento e alla superiorità numerica della Quickstep, che dal canto suo ha bruciato con azioni improduttive sia Gilbert che Stybar.

A 54 chilometri dall’arrivo, con il gruppo già decimato dal pavè e dalle cadute, Sagan ha trovato il momento giusto per costruire la sua impresa da leggenda. “La chiave del mio successo è che sono andato via da solo”, ha raccontato il Campione del Mondo al sito della corsa.

“Ho colto l’occasione al momento giusto, è stata una buona decisione. Avevamo vento a favore, ho potuto impostare il mio ritmo mantenerlo costante", ha aggiunto Sagan, che ha in breve raggiunto Jelle Wallays e Silvan Dillier, ancora in fuga dopo essere partiti all’attacco nelle fasi iniziali.

‘Alla fine avevo i crampi’

Sfuggito al controllo di Van Avermaet e dei Quickstep, Peter Sagan ha trovato degli ottimi compagni d’avventura in Wallays e Dillier.

Il belga ha poi ceduto, mentre Dillier ha incredibilmente retto il confronto fino al termine, collaborando alla fuga nonostante gli ormai 200 chilometri passati all’attacco.

La situazione tattica si è così rovesciata a favore del Campione del Mondo, che ha avuto ragione a giocare l’azzardo dell’attacco da lontano. “Sapevo che dietro gli altri corridori si stavano dando battaglia un contro l’altro”, ha raccontato Sagan.

“Sono contento di aver avuto fortuna, senza forature e incidenti. Poiché Dillier era l’unico corridore rimasto con me sapevo di non doverlo sottovalutare. Gli ho chiesto di lavorare insieme e lui mi ha detto di sì. Alla fine avevo anche i crampi, ma mi erano rimaste energie sufficienti per lo sprint”, ha aggiunto il campione della Bora. Sagan ha spiegato quanto tenesse alla Parigi Roubaix: “Quando ero giovane il mio sogno era vincere la Roubaix, il Fiandre e i Mondiali, ora li ho vinti tutti e tre”, ha concluso il fuoriclasse slovacco.