È un Gianni Moscon impetuoso e voglioso di rivincite quello che si appresta a tornare in gruppo. Oggi scade infatti la squalifica di cinque settimane inflittagli per la sbracciata verso Elie Gesbert durante la quindicesima tappa del Tour de France e sabato con la Coppa Agostoni riprenderà la sua tormentata stagione. Nel giorno in cui è terminata la sanzione Moscon ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport in cui è uscito ancora il suo carattere un po’ irruente che ha fatto tanto discutere nei mesi scorsi.

Moscon: ‘Vinco e zittisco tutti’

Dalle pagine della Gazzetta il corridore del Team Sky ha parlato senza peli sulla lingua, promettendo un rientro esuberante per la Coppa Agostoni di sabato. “Voglio vincere e zittire tutti, dando una lezione con i fatti. Non me ne frega niente di quello che è accaduto e di quello che dicono” ha dichiarato Moscon, che ha promesso una corsa all’attacco e senza calcoli, con la voglia di spaccare il mondo dettata dalla rabbia covata in queste settimane di stop forzato.

Moscon è tornato sull’episodio che ha portato alla squalifica, sottolineando ancora una volta come la sua volontà non fosse quella di colpire Gesbert. Il corridore trentino ha raccontato alcuni episodi del passato per far capire come questi gesti non siano così inusuali in mezzo al gruppo, così come quel traino che lo portò alla squalifica al Mondiale di Bergen.

Durante una corsa in Belgio, ad Harelbeke, Moscon stava inseguendo insieme a Kung dopo una caduta. “Stava tirando lui, è arrivata la macchina e l’ha portato via, è rientrato così. Ma non ho fatto reclami, cosa ci avrei guadagnato? Proprio Kung poi alla Tirreno Adriatico mi ha dato un pugno sulla schiena. L’ho preso e sono stato zitto.

Gesbert al Tour nemmeno l’ho sfiorato” ha raccontato Moscon.

‘Al Tour ci hanno tirato di tutto’

Il corridore trentino è tornato a parlare anche del clima particolarmente ostile che la Sky ha trovato sulle strade del Tour de France dopo la lunga diatriba sul caso Froome e l’assoluzione del campione britannico a pochi giorni dal via della corsa.

Già durante la presentazione delle squadre gli Sky erano stati presi di mira con bordate di fischi e durante la corsa la situazione è degenerata con spinte e insulti continui a Froome e compagni.

“E’ stata una vergogna, mi urlavano dopato a me che vado sei ore in bici e mangio riso in bianco” ha ricordato Moscon. “Ci hanno tirato di tutto, bicchieri di roba, spero non fosse anche urina” ha aggiunto il corridore della Sky, che ha spiegato anche di essere stato molto attento a non stare nelle parti laterali del gruppetto dei ritardatari dopo aver svolto il suo lavoro di gregariato per non rischiare di essere colpito da qualche spettatore esagitato.

Moscon quest'anno non ha ottenuto finora nessuna vittoria.

Nelle classiche di primavera era attesissimo dopo il quinto posto alla Roubaix del 2017, ma non è riuscito a confermarsi agli stessi livelli. Nel prosieguo della stagione è stato poi impiegato nel ruolo di gregario, trovando la parziale soddisfazione della maglia gialla tenuta per un giorno al Giro del Delfinato.