Dopo quindici anni di piazzamenti e delusioni Alejandro Valverde ha coronato il suo infinito inseguimento ai Mondiali. Sul durissimo percorso di Innsbruck il campione spagnolo ha avuto ragione allo sprint di Romain Bardet, Michael Woods e Tom Dumoulin al termine di una corsa ad eliminazione che ha visto tanti favoriti uscire di scena prima del previsto. Gli azzurri hanno corso da protagonisti, ma Nibali non ha trovato la giusta condizione per essere competitivo con i migliori. È toccato a Gianni Moscon tenere alte le speranze italiane, ma il trentino ha dovuto cedere nella parte più dura dell’ultima rampa chiudendo al quinto posto.

Mondiali, Sagan abdica presto

L’attesissima corsa dei professionisti che ha chiuso i Mondiali di ciclismo di Innsbruck è iniziata in una bella giornata di sole trovando nelle prime battute una situazione imprevista. Dopo una serie di attacchi si sono raggruppati al comando undici corridori: Ludvigsson, Koshevoy, Asgreen, Mullen, Dunne, Laengen, Britton, Fominykh, Hnik, Van Rensburg e Didier. Imprevedibilmente il gruppo ha concesso un vantaggio di quasi venti minuti prima di cominciare ad alzare il ritmo con il lavoro congiunto di Austria, Gran Bretagna, Slovenia e Francia.

Il plotone ha poi dovuto continuare sempre a buona andatura per non rischiare una clamorosa fuga bidone, e più avanti anche la Spagna ha cominciato a dare un po’ di collaborazione.

Con il ritmo sempre vivace ma senza attacchi il Mondiale è diventato una corsa ad eliminazione e ben presto ne ha fatto le spese anche Peter Sagan: il tre volte iridato si è staccato già a 90 km dall’arrivo.

Valgren prova il colpo a sorpresa

La corsa si è selezionata chilometro dopo chilometro, sia nella fuga che nel gruppo principale.

Davanti sono rimasti alla fine solo Laengen e Asgreen, mentre nel plotone la situazione si è movimentata per merito degli azzurri nel terzultimo passaggio dalla salita di Igls con un attacco di Cataldo presto bloccato. All’inizio del penultimo giro è stato poi Caruso a seguire un tentativo di anticipare gli scalatori portato da Van Avermaet. Anche questa azione però, in compagnia di Fraile, è durata pochi chilometri. Il nuovo passaggio da Igls ha scoperto delle impreviste difficoltà di alcuni degli uomini più attesi, come Kwiatkowski, Simon Yates e Daniel Martin, tutti tagliati fuori prima della battaglia finale.

Gli azzurri hanno continuato a cercare di muovere la corsa senza aspettare il finale entrando con Brambilla in un altro tentativo in cui si è distinto un brillantissimo Tolhoek.

La situazione si è però nuovamente ricomposta con una sessantina di corridori ancora insieme all’inizio del giro finale, quello con il muro di Gramartboden, e con Laengen e Asgreen ancora al comando. L’Italia ha qui preso in mano decisamente le redini del gruppo facendo lavorare uno dopo l’altro Caruso, Brambilla, Pellizotti e Cataldo, ma è stato poi un allungo di Kruijswijk a fare grande selezione e costringere alla resa anche Nibali oltre che Adam Yates.

La fuga di Laengen e Asgreen si è esaurita sull’ultima scalata ad Igls, e con grande tempismo Michael Valgren ha provato ad anticipare il muro finale con un attacco solitario. Moscon ha provato ad inseguirlo in un gruppetto con un Pinot molto incisivo, ma il gruppo li ha raggiunti e Valgren ha iniziato il muro di Gramartboden con una trentina di secondi di margine.

Delude Alaphilippe, titolo a Valverde

I francesi hanno dimostrato tutta la loro qualità forzando il ritmo con Bardet e Pinot in favore di Alaphilippe, e solo Moscon con Valverde e Woods sono riusciti a restare con il terzetto transalpino sull’ultima difficoltà, mentre Valgren è stato rimesso nel mirino e superato. Imprevedibilmente però Alaphilippe ha ceduto lasciando così la corsa in mano all’altro grande favorito della vigilia, Alejandro Valverde. Anche Moscon ha sofferto e si è staccato sulle rampe al 28% del muro di Gramartboden, con solo Valverde, Bardet e Woods rimasti al comando al culmine della salita.

Da dietro è però risalito Tom Dumoulin con una scalata regolare e una discesa ben disegnata, un’occasione che Moscon ormai esausto non ha potuto cogliere.

Così l’olandese si è riportato sul terzetto al comando, ma senza riuscire a trovare il tempismo per piazzare un colpo da finisseur. Valverde ha allora gestito da padrone il finale, prendendosi la scomoda posizione di testa e sprintando lungo per non lasciarsi sfuggire quella maglia iridata inseguita fin dal 2003. Lo spagnolo è andato a prendersi il successo di forza, senza lasciare scampo a Bardet e Woods, con Dumoulin quarto e Moscon arrivato ad una manciata di secondi al quinto posto.