Sono già cinque gli errori di Vettel durante la stagione in corso di Formula 1. Sono tanti, anzi troppi per un quattro volte iridato. Già, perchè quello di Monza è solo l'ultimo di una lunga serie iniziata in Azerbaijan, a Baku: il tedesco nella circostanza andò lungo alla staccata della prima curva tentando invano il sorpasso su Bottas dopo la Safety Car. Ci spostiamo poi in Francia, al Paul Ricard: Vettel centra in pieno Bottas alla partenza in curva 1, gara compromessa per entrambi. Il tedesco chiuderà al 5° posto. Poi è la volta dell'Austria: Verstappen vince un Gran Premio in cui le due Mercedes vanno ko per problemi di affidabilità.

Occasione d'oro per Vettel, se non fosse che il tedesco scontava una penalità di 3 caselle sulla griglia di partenza per aver ostacolato in modo pacchiano Sainz durante il Q2: finirà 3°. L'ultimo in ordine cronologico, prima di Monza, è il pasticcio dell'Hockenheimring. Il ferrarista, primo in totale solitudine, perde la vettura per via della pioggia finendo a muro: ritiro con conseguente vittoria di Hamilton. Ovviamente chiudiamo la serie con l'errore probabilmente più grave, quello che ha deciso le sorti del GP d'Italia e, probabilmente, del Mondiale 2018. Forse Sebastian ha 'sentito' in maniera eccessiva il confronto con Lewis Hamilton, fino alle estreme conseguenze alla variante della Roggia: contatto e conseguente testacoda.

Il peso del Cavallino

Eravamo abituati a conoscerlo in un'altra veste, quella del pilota giovane, ma già maturo, implacabile ed infallibile. Così appariva ai nostri occhi Sebastian Vettel ai tempi della Red Bull, prima di approdare in Ferrari. Ora, nonostante abbia più esperienza alle spalle, commette errori grossolani e proprio quest'anno che la Ferrari sembra alla pari se non superiore alle Mercedes.

Che inizi a sentire in maniera opprimente il peso del Cavallino rampante e della sua sua storia gloriosa e la responsabilità di riportare le rosse in cima al mondo dopo oltre un decennio di astinenza? Spiegazione complessa, ma plausibile, perché non riusciamo a trovarne altre. Alla fine i piloti sono esseri umani e commettono errori, però questi iniziano a diventare 'sospetti' se avvengono in situazioni decisive ed i protagonisti sono sempre gli stessi.

A conti fatti, sono 59 i punti potenzialmente persi da Sebastian Vettel fino al Gran Premio di Monza: un bel po' considerando a quale livello abbia portato la competizione Lewis Hamilton.

Titolo non impossibile, ma molto difficile

Se poi consideriamo che mancano solo 7 gare al termine della stagione 2018, allora il discorso si fa più pesante. La missione non è cambiata e non cambierà fino a quando la matematica non avrà espresso il suo verdetto: riportare il titolo a Maranello dopo 11 anni di digiuno. La realtà dei fatti parla di 30 punti di differenza tra il pilota con la vettura numero 5 e quello con il numero 44 a 7 gare dal termine. Vincere il titolo è difficile, ma non ancora impossibile. O meglio, non sarebbe impossibile se venisse fuori il Vettel dei tempi migliori.