Quando si parla di Marco Pantani è come entrare in un limbo perenne fatto di malinconia e profonda tristezza. A 14 anni dalla morte del fortissimo ciclista sono tanti i dubbi che avvolgono la sua fine. Un animo gentile, un carattere forse non così forte e prorompente come in altri atleti, ma un campione assoluto di Ciclismo e sopratutto di lealtà. Rimasto nel cuore di tutti, anche di chi non seguiva il ciclismo e le corse, e quella sua morte così improvvisa e inspiegabile che ha aperto una ferita profonda, ancora non sanata, nella storia dello sport.

Le Iene, Alessandro De Giuseppe a 14 anni dalla morte torna sul caso Pantani

La morte di Marco Pantani nel residence Le Rose di Rimini il 14 febbraio 2004 è stata archiviata come semplice "overdose" da sostanze stupefacenti. Ma sono tanti i dubbi e misteri che ancora circondano la disgrazia. La madre del Pirata è stata intervistata dalla iena Alessandro De Giuseppe e ancora non si da pace per la spiegazione dei fatti: 'È stato ucciso, gli ho promesso la verità'.

Proprio Le Iene lanciano una nuova inquietante ipotesi sul 'presunto' suicidio. Il servizio andato in onda durante l'ultima puntata infatti punta il focus su una presunta pallina di cocaina, inquadrata nei video immediatamente successivi alla morte nel camera del residence ma che, a detta dei testimoni oculari intervenuti dopo l'allarme dato, non era presente nei primi istanti sulla scena del suicidio.

L'autopsia sul corpo di Marco Pantani ha evidenziato che la morte era sopraggiunta per edema polmonare e celebrale in seguito all'assunzione eccessiva di cocaina. Ma la madre Tonina ancora non ci sta e alla iena dichiara: 'Mio figlio è stato ucciso. Non voglio vendetta ma giustizia. Durante il suo funerale mi sono promessa che avrei dovuto fare di tutto per arrivare alla verità'.

Uno sfogo duro ma comprensibile dal momento che ancora piena chiarezza non è stata fatta. Nei video della polizia scientifica infatti nella stanza tra le chiazze di sangue, caos e oggetti dispersi in camera, è visibile una pallina di cocaina che però un dipendente della struttura e di un sanitario del 118 intervenuto sostengono di non aver visto nei primi concitati momenti dopo l'allarme.

Ombre su alcuni dubbi emersi negli anni

La sensazione di chi non crede al suicidio è che arredi, confusione in stanza e disposizione dei vestiti fossero un'abile messa in scena per sviare le indagini. Forse Pantani non era solo in camera, un receptionist del residence ha infatti fatto emergere come nel retro ci fosse una porta seconda non monitorata che portava al garage. C'è anche il mistero di una bottiglietta forse utilizzata per creare un cocktail tremendo di droga e psicofarmaci su cui, un medico legale, sostiene che non siano mai state prese le impronte digitali e mai catalogata come reperto dell'inchiesta.

A 14 anni dalla morte ancora la madre Tonina non si è rassegnata ed è convinta più che mai a voler fare completa luce sulla disgrazia, come ancora milioni di tifosi e appassionati. Il servizio de Le Iene su Marco Pantani potrebbe essere una leva per arrivare a una nuova verità.